Giudiziaria

Sms hot alla Vivandiera, il generale 2020 destituito multato per 750 euro

Nessun processo, la vicenda si è chiusa con un decreto di condanna.

Sms hot alla Vivandiera, il generale 2020 destituito multato per 750 euro
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Sms hot alla Vivandiera, il generale destituito multato per 750 euro.

Sms hot alla Vivandiera

L'Sms hot alla Vivandiera è "costato" 750 euro al generale del carnevale di Ivrea, destituito  alla vigilia delle celebrazioni 2020. La vicenda gli era già «costata» la divisa da Generale, quando alla vigilia delle iniziative clou  del Carnevale 2020, scoppiò la polemica in città. E venne sostituito su decisione della Fondazione della kermesse eporediese. Ora, gli sms di Alberto Bombonato (nella foto), inviati all’allora Vivandiera, si sono «tradotti» in 750 euro di multa.

La vicenda osè

La Vivandiera, nominata addetta al suo ruolo, dapprima si era rivolta al presidente della Fondazione, Piero Gillardi, oltre al sindaco di Ivrea, Stefano Sertoli, decidendo alla fine di ritirarsi dallo Stato Maggiore. Ma di lì a qualche giorno, Bombonato era stato destituito: una scelta definita il lunedì prima delle Alzate degli Abbà, comunicata pubblicamente lo stesso giorno, ma «formalizzata» dal cda solo all’indomani.

Il decreto del Gip

Nei giorni scorsi il Giudice delle indagini preliminari di Ivrea ha accolto la richiesta del Pm ed emesso un decreto di condanna per disturbo alla persona (articolo 660 del Codice penale) nei confronti di Bombonato. Con il decreto non c’è stato il processo.

Il commento di Bombonato

«Presenterò ricorso - ha commentato in merito al provvedimento - perché non è giusto quanto accaduto». «Non si è trattato di molestie, però; come invece sono stato additato finendo fin da subito alla gogna mediatica - prosegue Bombonato - mi devo tutelare, a cominciare dalla mia immagine che è stata infangata».

L'altra querelle

Oltre a questa vicenda, Bombonato - tramite i suoi legali - aveva anche  presentato un ricorso al Tar per contestare la scelta della Fondazione dello Storico Carnevale e averlo destituito dal suo ruolo. In particolare, chiede l'annullamento del provvedimento. Statuto e Cerimoniale alla mano, nelle 18 pagine si contesta la mancanza di una discussione interna al cda. Anziché una «censura» al Generale «per manifestazioni non consone alle qualità del personaggio o nei confronti del Carnevale», sono state menzionate le «attenzioni poco gradite alla Vivandiera», poi trascritte anche nella sua querela. Ma da quanto si evince dalle carte agli atti della Fondazione la delicata questione non è stata  messa ai voti.  Sempre in base al ricorso presentato al Tar, si obietta l’assenza del Gran Cancelliere, ossia il notaio Pier Luigi Cignetti; mentre il suo Sostituto - quest’anno ruolo assegnato a Erino Mignone - non ha espresso alcuna posizione; tant’è che ne è stata «annotata» la semplice presenza. Il verdetto è atteso entro la fine di questo anno.  La Fondazione del carnevale si è intanto costituita nel procedimento e la prima udienza si terrà martedì prossimo, 25 maggio.

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