Carnevale storico

Roberto e Perinzia: i giovanissimi "reali" volpianesi

Toccherà a Carola Scarparo e a Marco Alciati impersonare le maschere storiche della cittadina.

Roberto e Perinzia: i giovanissimi "reali" volpianesi
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Roberto e Perinzia: i giovanissimi "reali" volpianesi. Toccherà a Carola Scarparo e a Marco Alciati impersonare le maschere storiche della cittadina durante il Carnevale.

Roberto e Perinzia

“Tutto cambia perché nulla cambi”. Questa celebra frase è diventata iconica e rappresenta uno dei cardini del “Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Decenni dopo la sua (tardiva) pubblicazione, questa massima sembra più attuale che mai. Soprattutto se puntiamo lo sguardo verso la Pro Loco di Volpiano. Prendiamo ad esempio Carola e Marco, due 18enni volpianesi. Entrambi sono nati nel 2001. Entrambi frequentano l’ultimo anno del liceo scientifico. Marco a Galileo Ferraris di Torino. Carola, invece, a Newton di Chivasso. Nelle loro “librerie musicali” (è finito il tempo di jukebox, stereo e lettori mp3) ci sono i Coldplay (per Marco) e Vasco Rossi insieme a Elettra Lamborghini (per Carola). Quali libri hanno sul loro comodino? Carola è alle prese con “Lo Straniero”, di Albert Camus; Marco sta seguendo le alterne vicende di Andrea Sperelli, protagonista del romanzo “Il Piacere”, di Gabriele D’Annunzio. Le letture consigliate nei licei, invece, non sono cambiate per niente. Carola Scarparo e Marco Alciati, lo scorso anno, parteciparono al Carnevale di Volpiano indossando la felpa rossa dei Coscritti 2001. Domenica 23 febbraio non mancheranno all’edizione 2020. Questa volta, però, saranno assoluti protagonisti. Indosseranno, infatti, i panni dei reali della cittadina: il principe Roberto e Perinzia.

Tra consapevolezza storica e goliardia

La Pro Loco di Volpiano ha dato il via a questa encomiabile tradizionale: i volpianesi che dovranno interpretare gli storici nobili locali saranno scelti tra i coscritti dell’anno precedente. Nel Canavese si può scherzare su tutto, ad eccezione del Carnevale. E’ questo il modo migliore per mantenere in vita una tradizione? “La festa di Carnevale – spiega Marco – è molto sentita dai coscritti. Manca però una consapevolezza storica della festa. Forse in questo modo possiamo cercare di recuperarla. Non siamo certo ad Ivrea, ma forse in questo modo i giovani possono entrare nella comunità e avvicinarsi al territorio. Il “ruolo” in questo senso, forse passa in secondo piano”. Un modo, dunque, per riallacciare un filo che sembra in procinto di spezzarsi. C’è chi, invece, ha stretto quel filo per anni. “Fino all’età di 11 anni – racconta Carola – ho fatto la damigella di Perinzia. Da piccola vedevo un po’ con ammirazione questo ruolo. Oggi toccherà a me ricoprirlo, spero nel migliore dei modi”. Ma non è solo una questione personale. Il Carnevale, soprattutto per chi è nato in questo territorio, è molto di più di qualche coriandolo e due bugie.

Giovani e territorio

Ma ai giovani può interessare un appuntamento per certi aspetti molto cerimonioso? “C’è sicuramente il desiderio di essere coinvolti – rispondono pressoché all’unisono – anche se il Carnevale Storico in realtà non è così ben conosciuto dai giovani. Proporre ai coscritti che hanno terminato il loro mandato un’esperienza di questo tipo può essere una buona idea. In questo modo possiamo far conoscere ai nostri coetanei maschere e tradizioni che hanno certamente già sentito nominare alle quali, però, hanno dato finora poca importanza”. Carola e Marco sono stati presentati ufficialmente ieri sera, sabato 15 febbraio, durante la fagiolata della Pro Loco in Sala Polivalente. Giovedì Grasso (20 febbraio) visiteranno le scuole primarie e materne di Volpiano. Domenica 23, invece, oltre alla sfilata, ci sarà spazio anche per le visite alla casa di riposo San Francesco e all’ospedale Arnaud.

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