Trecate

Uccise la compagna con 70 coltellate: ergastolo confermato per Domenico Horvat

Lui ha sempre negato ogni addebito ma le prove sono state giudicate schiaccianti.

Uccise la compagna con 70 coltellate: ergastolo confermato per Domenico Horvat
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Domenico Horvat si è visto confermare dalla Corte d’Appello di Torino la condanna all’ergastolo per l’omicidio della compagna Barbara Grandi, 39 anni, avvenuto il 20 novembre 2019 a Trecate.

I terribili fatti

La donna era stata colpita da decine e decine di coltellate. Quella mattina del 2019, alle 7,30, era stato lo stesso Horvat a chiamare il 118 per segnalare che la sua compagna Barbara Grandi era stata ferita da ignoti che si erano introdotti nell’abitazione per rubare. I sanitari arrivati sul posto, assieme ai Carabinieri e alla Polizia locale, non avevano potuto fare nulla se non constatare l’avvenuto decesso della donna, che presentava, numerosissime ferite d’arma da taglio, in più punti del corpo. L'autopsia avrebbe stabilito che le coltellate erano state oltre settanta.

Una scena del delitto raccapricciante

Per chi era entrato nell’appartamento, al primo piano di uno stabile adibito a edilizia popolare, in via Sanzio, la scena si sarebbe presentata raccapricciante, con sangue dappertutto. La donna aveva ferite alla testa, al tronco, alle gambe. I  riscontri effettuati dai carabinieri e le testimonianze dei vicini avevano ricostruito come i rapporti  della coppia fossero tesi. La donna aveva anche registrato alcune minacce del convivente. L'ultima risale proprio a circa mezz'ora prima del delitto quando la donna, uscita di casa, ricevette una chiamata: "Se torni, ti massacro".

"Solo in un caso siamo venuti alle mani"

Domenico Horvat si è invece sempre dichiarato innocente. Rispondendo alle domande del pm e del suo difensore, l’avvocato Gabriele Pipicelli nell'udienza a Novara del febbraio 2021, ha raccontato la sua versione dei fatti (che coincide con quella detta ai carabinieri durante le indagini), spiegando quanto successo quella notte . Il 31enne ha riferito di essersi coricato dopo aver litigato con Barbara «per problemi familiari e gelosia reciproca»; la compagna è poi uscita di casa e la lite è continuata con alcune telefonate «pesanti». A un certo punto, però, l’uomo dice di aver sentito la porta sbattere e, dopo aver «percepito la presenza di diverse persone in casa», di essere stato colpito «con due pugni forti al viso» che lo hanno tramortito e fatto svenire. Al risveglio ha quindi visto il sangue e la compagna riversa a terra: da lì la chiamata al 118 e alle Forze dell’Ordine. L’imputato ha poi smentito le ricostruzioni fatte dai vicini di casa nell’udienza precedente circa le liti con Barbara e i presunti maltrattamenti ai danni della 37enne cresciuta a Bareggio.  L’imputato ha ammesso le discussioni, ma anche detto che solo in un caso era venuto alle mani con la compagna, con la quale era poi andato al pronto soccorso. E sui continui interventi delle Forze dell’Ordine riferiti dai vicini? «Visto che hanno chiamato spesso i carabinieri, perché non l’hanno fatto anche quella notte? – ha detto Horvat in aula – Così ora Barbara sarebbe viva».

Il 12 febbraio 2021 la Corte d'Assise di Novara aveva condannato l'imputato all'ergastolo, sentenza confermata ieri, mercoledì 9 marzo 2022, dalla Corte d'Appello di Torino.

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