«Basta passerelle: vogliamo risposte»: il Pd in presidio al Pronto Soccorso
Al sit-in erano presenti anche alcuni sindacati ed amministratori locali, tra cui quelli di Castellamonte e Prascorsano
«Basta passerelle: vogliamo risposte»: il Pd in presidio al Pronto Soccorso venerdì 22 ottobre per chiedere che si velocizzino i tempi di riapertura.
«Basta passerelle: vogliamo risposte»: il Pd in presidio al Pronto Soccorso
Le sezioni locali del Partito Democratico si sono ritrovate venerdì mattina, 22 ottobre, davanti alle insegne oscurate del Pronto Soccorso cuorgnatese per far arrivare il loro appello fino alle autorità competenti, affinché si trovi una soluzione per riaprire il presidio sanitario. «A settembre il Presidente Cirio è venuto all’ospedale di Cuorgnè promettendo una soluzione rapida per la riapertura del Pronto soccorso. Oggi il Pronto Soccorso è ancora chiuso e noi siamo qui per ricordare a Cirio e a Icardi che i canavesani attendono soluzioni e non annunci da chi li governa. Ai cittadini di Cuorgnè e delle valli non servono passerelle e foto ricordo» così dichiarano il consigliere regionale Alberto Avetta, la parlamentare Francesca Bonomo e la Segretaria del Circolo Pd Simona Appino, in compagnia di amministratori locali, tra cui Pasquale Mazza di Castellamonte e Piero Rolando Perino di Prascorsano, e rappresentanti sindacali.
La parola a Bonomo
«La Giunta regionale ci sta abituando alle passerelle - afferma Bonomo - Sugli autobus elettrici, sulla gigafactory, sul nuovo ospedale di Ivrea e del Canavese. Ma su tutto non sono stati fatti evidenti passi in avanti. Ora non vorremmo che accadesse anche sui fondi del PNRR. Ci sono circa 90 case della comunità da mettere in pista e 27 ospedali di comunità da avviare: se il Piemonte non si fa trovare pronto perderemo una grande occasione di rinnovamento della nostra sanità. Con il Covid abbiamo visto che il problema sanitario è più ampio: ad esempio, le strutture non erano adeguate, quindi occorrono valutazioni serie, anche tecniche, per dare adeguati servizi ai cittadini ».
Concorde Alberto Avetta
Concorde anche Avetta: «Del PNRR non se ne parla in Consiglio regionale ed anche i sindaci, che hanno piena titolarità, attendono di essere coinvolti direttamente. Il tutto viene trattato come un mero adempimento burocratico, e non come una grande occasione di rilancio della sanità regionale. La Regione, che è arrivata al giro di boa, a metà mandato, deve fare la programmazione dell’ambito socio-sanitario coinvolgendo gli enti locali e gli attori sociali. La Giunta Cirio, invece, è andata avanti a slogan e “riforme spezzatino”, inventandosi l’Asl Zero, senza mettere mani al nuovo piano socio-sanitario e senza mettere in campo un percorso di rilevazione dei bisogni socio-sanitari. Serve un confronto serio con i territori. Il Consiglio regionale aperto potrebbe rivelarsi uno strumento importante. Inoltre, sarebbe utile proporre un piano di assunzioni straordinario. I concorsi, invece, vanno deserti perché non siamo attrattivi».
Conclude Appino
«Sappiamo perfettamente che la situazione nei Pronto soccorso è difficile e che non si trova personale - conclude Appino - Tuttavia, non si può pensare che sia il Direttore generale dell’azienda sanitaria a dover trovare una soluzione alla carenza degli organici, spetta alla Regione Piemonte fare qualche assunzione in più, laddove si verificano criticità come quelle di Cuorgnè. Ora sarà il Dirmei a trovare i medici necessari? Speriamo che almeno in questo caso alle promesse di Cirio seguano i fatti. I canavesani hanno diritto di sapere e di capire».