Sempre vivo il ricordo dei martiri
Presente anche una delegazione dalla Lomellina, formata anche dai parenti del partigiano ucciso Alberto Pavesi
Sempre vivo il ricordo dei martiri: domenica 12 dicembre si è svolta la tradizionale commemorazione dell'eccidio di San Rocco.
Sempre vivo il ricordo dei martiri
Il più anziano dei partigiani giustiziati a San Rocco di Cuorgnè aveva 56 anni, i due più giovani 18 anni. Giovanni Ruffatto cadde a poche centinaia di metri dalla sua casa di Cuorgnè, Alberto Pavesi aveva qualche mese in meno di lui e veniva dalla Lomellina. Alberto era nato nel 1926 e non era arruolabile nella Repubblica di Salò, ma si unì ugualmente ai partigiani nel novembre del 1943. Giunse nel Canavese entrando a far parte della 77° Brigata Garibaldi. A causa di una delazione venne catturato presso San Martino: 26 partigiani vennero trasferiti a Cuorgnè e qui torturati per giorni. Sette di loro il 14 dicembre vennero condotti a San Rocco e qui fucilati da un plotone nazista.
Una delegazione dalla Lomellina
La commemorazione tenutasi prima al cippo che li ricorda e poi presso la Trinità di Cuorgnè ha visto la partecipazione, accanto ai rappresentanti dell’ANPI locale e dei comuni vicini, alle autorità cittadine ed a una numerosa presenza di cittadini, dei discendenti di Alberto Pavesi, provenienti da San Giorgio Lomellina, paese del Pavese rappresentato dal vicesindaco Andrea Mora. La sindaca Giovanna Cresto ha ricordato la tragica vicenda dei «Sette Martiri» ed esortato alla difesa continua della democrazia nel ricordo di chi seppe compiere l’estremo sacrificio nel nome dei suoi ideali. Sono seguiti gli interventi, commossi e partecipati, del presidente ANPI di Cuorgnè Roberto Rizzi, del coordinatore ANPI Piemonte Ezio Montalenti in qualità di oratore ufficiale, del Consigliere Regionale Alberto Avetta, del segretario ANPI di Cuorgnè Aldo Fenoglio.