Pronto soccorso di Cuorgnè, apre il 9 gennaio 2023 il Punto di primo intervento
Il presidio sarà aperto dalle 8 alle 20.
Pronto soccorso di Cuorgnè, apre il 9 gennaio 2023 il Punto di primo intervento. L'assessore alla Sanità Luigi Icardi: «Servizio attivo dal 9 gennaio». Il vicepresidente della Commissione Sanità Andrea Cane: «Nulla è stato trascurato»
Pronto soccorso di Cuorgnè
Finalmente, dopo molti mesi di attese e speranze, il punto di primo intervento dell’ospedale di Cuorgnè tornerà attivo. In questa prima fase, il reparto sarà aperto dalle 8 alle 20, mentre per l’orario notturno sarà presente un’ambulanza “Tango”, con medico a bordo, per garantire una pronta assistenza. Il punto di primo intervento di Cuorgnè aprirà il 9 gennaio. Il cronoprogramma che porterà alla tanto auspicata attivazione del servizio è stato presentato oggi dall'assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, dal presidente della Regione, Alberto Cirio, dal direttore generale dell'Asl To4, Stefano Scarpetta, alla presenza del vicepresidente canavesano della commissione Sanità, il leghista Andrea Cane.
Le modalità
«Il Punto di primo intervento - spiega l'assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi - sarà attivo dalle 8 alle 20, presidiato nelle ore notturne, dalle 20 alle 8, dal Sistema 118. Sono previsti due ambulatori di visita, un medico e due infermieri, per il trattamento delle urgenze minori e una prima stabilizzazione del paziente complesso. Quando abbiamo dovuto chiudere il Pronto Soccorso, nel 2020, sappiamo di aver chiesto un sacrificio alla popolazione, ma l’emergenza pandemica non ci ha lasciato altra scelta. Abbiamo comunque sempre lavorato per ridare alla cittadinanza questo importante servizio, nel frattempo rimasto chiuso a causa dell'impossibilità di reperire personale medico. In tutta l’Asl To4, mancano 172 medici rispetto alla dotazione organica, di questi 76 sono venuti meno dal 2019 ad oggi, e mancano 30 medici di medicina generale, nonostante le 75 procedure concorsuali attivate per il reperimento di medici e direttori di struttura».
Dall'emergenza Covid in poi...
«In piena emergenza Covid - commenta Andrea Cane, vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio regionale e interlocutore del territorio sin dalla chiusura del servizio a fine ottobre 2020 -, l’ospedale di Cuorgnè, come altri 15 in Piemonte, venne riservato alle persone positive al coronavirus. Solo un anno dopo i numeri della pandemia ci permisero di chiudere il reparto Covid dell’ospedale di Cuorgnè e già da mercoledì 3 novembre 2021, pochi giorni dopo, il nosocomio riprese l’attività di day surgery. L’impossibilità di riaprire in tempi celeri il pronto soccorso è sempre stato esclusivamente responsabilità di una carenza di personale, di professionalità che non si inventano. Come denunciato dall’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Torino, tra il 2017 e il 2022 in Piemonte sono andati in pensione circa 900 medici di base e oggi mancano i dottori nei Comuni montani e nelle aree interne. Non solo in Piemonte, ma in Italia l’emergenza legata ai medici lascia privi di assistenza primaria almeno 1,4 milioni di cittadini. A causa di questi numeri, figli di un passato depauperamento della sanità pubblica e di una cecità nelle politiche di accesso agli studi universitari, il reclutamento dei medici ci ha costretti ad una gara assegnata ad una società di servizi sanitari. Da quel momento, in pochi giorni, sono stati attivati tutti i servizi di supporto necessaria alla riapertura, per la quale ringrazio la Direzione generale dell'Asl e anche tutti i Sindaci, gli amministratori comunali e i semplici cittadini che hanno collaborato con giudizio e comprensione senza inutili sciacallaggi politici».
Un lungo lavoro
«Come già ripetuto in questi lunghi mesi di lavoro - conclude il consigliere regionale della Lega Salvini Piemonte Andrea Cane - nulla è stato trascurato o posticipato nel percorso di riapertura del pronto soccorso di Cuorgnè. Sono sempre stato in prima fila nel perorare la necessità di un servizio che copre un bacino di oltre 10mila persone, tra cui il sottoscritto residente in Valle Soana. Purtroppo non erano petizioni o le notti all’addiaccio a poter accelerare un percorso che, in modo documentabile, non ha mai subito percorsi differenti da quelli dettati dalla contingenza della carenza cronica di medici a livello nazionale appesantita dalla pandemia».
509.000 euro alle Pro Loco
509.000 euro alle Pro Loco