Da Cuorgnè all'Argentina, il nipote torna in Canavese alla scoperta delle sue origini
La lettera dal Sudamerica: «Cuorgnè è parte della mia storia e della mia vita».
Da Cuorgnè all'Argentina, il nipote torna in Canavese alla scoperta delle sue origini.
Da Cuorgnè all'Argentina
Un grazie dall’Argentina alla città di Cuorgnè. È quello che esprime il nipote di un cuorgnatese, emigrato nel paese sudamericano lo scorso secolo, che ha recentemente visitato il paese canavesano.
Il racconto
«Il 26 ottobre - scrive Roberto Ettore Poletto alla email del Comune - insieme a mia moglie, ci siamo diretti a Cuorgnè con lo scopo di cercare di conoscere parte della mia storia familiare». Significativo anche l’oggetto scelto per il messaggio: "gratitudine". Roberto racconta come entrando in Comune abbia chiesto informazioni a due persone di passaggio: si trattava dei consiglieri Bruno Bruschi e Lino Giacoma Rosa. «Abbiamo visto questa coppia che cercava informazioni e abbiamo chiesto loro se potevamo essere d’aiuto - raccontano i due consiglieri -. Capito che stavano cercando informazioni sulle loro origini li abbiamo accompagnati all’ufficio Anagrafe». Grazie soprattutto a Bruschi, che parla spagnolo, è stato immediatamente possibile comprendere le esigenze dei due argentini e Poletto ha quindi potuto raccontato la sua storia familiare. Le impiegate dell’anagrafe Nadia Riva, Enrica Giovannini e Rosaria Fusca hanno così trovato l’atto di nascita del nonno Giuseppe Pietro Poletto, nato il 12 luglio 1885 in via Arduino 1. «Dati che serviranno a gestire la cittadinanza italiana, anche se a Buenos Aires quel processo richiede più di due anni», evidenzia Roberto nella missiva. I due consiglieri hanno quindi accompagnato la coppia a vedere la casa dove era nato l’avo. «Ci hanno invitato a prendere un caffè - scrive ancora Poletto - e ad assaggiare una prelibatezza nella Confetteria e Pasticceria del 1878, che si trova nella stessa via, dove sicuramente sarà andato mio nonno in più di un’occasione».
In segno di gratitudine
Nella lettera ringrazia, poi, tutti coloro che lo hanno accompagnato in questo piccolo viaggio di riscoperta delle proprie radici. «Ribadisco la mia infinita gratitudine a Bruno Bruschi e Lino Giacoma Rosa, nonché alle signore che hanno portato a termine l'operazione così rapidamente. Continua ancora in me una profonda emozione per i momenti vissuti, Cuorgnè fa parte della mia storia e tale rimarrà per il resto della mia vita. Voglio dire a tutti voi Grazie». Una ricerca delle origini che non è un caso isolato, come evidenzia Giacoma Rosa, che per anni è stato assessore al sociale. «Sono tanti i casi di emigrati di seconda o terza generazione che tornano a cercare le proprie origini, dimostrando un forte attaccamento all’Italia».