25 Novembre, l'intervento dell'avvocato penalista
Illustrati anche i dati della Commissione parlamentare di inchiesta sul tema
25 Novembre, l'intervento dell'avvocato penalista, Giuseppe Damini.
25 Novembre a Ivrea
Alla serata organizzata in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, dall’associazione Cei in collaborazione con Club Unesco, Lions Club e associazione Finanzieri d’Italia, il patrocinio dell’assessorato Pari opportunità e Politiche sociali del Comune, lo scorso venerdì (18 novembre) nell’ambito delle iniziativa «Le radici del coraggio», promosso dall’Asl To4 al Polo universitario Officina H, è intervenuto anche l'avvocato penalista, Giuseppe Damini.
L'intervento dell'avvocato penalista
L’avvocato penalista Giuseppe Damini ha portato un ottimo spunto di riflessione, specificando come nel corso del processo si debba andare a fondo: «A volte significa introspezione psicologica e contestualizzazione delle dinamiche. Secondo la relazione pubblicata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul tema, che ha analizzato la giurisprudenza italiana di merito in tema di femminicidi e reati di genere, tutt’oggi c’è un forte pregiudizio negativo nei confronti delle donne, perché si parla ancora di normali litigi nella coppia, anche burrascosi. Queste tipologie di reato - dai maltrattamenti, agli atti persecutori - si sviluppano in un arco temporale e sono caratterizzate da una serie di condotte che, magari prese singolarmente non hanno rilevanza penale, ma nell’abitualità creano sofferenza psicologica, morale, uno stato di soggezione, anche in assenza di violenze fisiche. Un malessere che può sfociare in una condizione anche patologica».
Le considerazioni condivise
«Un altro dato significativo è la spiegazione data dagli autori di queste condotte, agite a fronte di impulsi emozionali: ad esempio, la gelosia è sentimento invocato per cercare di ridurre la propria responsabilità, giustificare impulsi violenti; una strategia processuale purtroppo frequente - ha proseguito l'avvocato Damini nel suo intervento - La disciplina del Codice Rosso ha introdotto una “corsia preferenziale” sia per la fase delle indagini che in quelle successive. Inoltre, è estremamente positivo il supporto psicologico previsto per le vittime di violenza, ma sarebbe fondamentale anche per gli indagati, cui si addebita un reato di genere. Perché chi intraprende quel tipo di percorso, di supporto, assume una consapevolezza diversa, con conseguenti effetti special preventivi e riduzione del rischio di recidiva. Esistono associazioni che operano a tal al fine. Far capire all’imputato perché un tipo di condotta sia sbagliata è un'azione più efficace dell'innalzare le pene o aumentare il numero di reati, misure che non hanno nessun effetto deterrente, non permettono di migliorare dal punto di vista culturale e sociale». In chiusura, l’importanza del supporto anche per gli autori di reato, sottolineata dall’avvocato Damini, è stata rimarcata dalla presidente dei Lions, Patrizia Bomben, e dalla consigliera comunale Anna Bono.