Aglié e Rivarolo

Gli attori francesi manna dal cielo

La troupe del regista Gianluca Jodice boccata d'ossigeno per l'economia locale per un territorio che subisce il contraccolpo della crisi energetica e delle instabilità internazionali.

Gli attori francesi manna dal cielo
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Gli attori francesi manna dal cielo in un momento in cui il tessuto industriale di un territorio subisce il contraccolpo della crisi energetica e delle instabilità internazionali.  Turismo e terzo settore possono «mitigare» i danni, se non proprio a prendere le redini dell’economia locale?

Gli attori francesi manna dal cielo

É una domanda cui, anticipiamo, non è data una risposta definitiva, ma che sorge inevitabilmente di fronte a eventi come quello avvenuto la settimana scorsa ad Aglié, quando un pezzo di paese è stato messo a disposizione di una troupe cinematografica per consentire le riprese al castello ducale del film «Le deluge» («Il diluvio» in italiano) del regista Gianluca Jodice (già noto al pubblico per la pellicola «Il cattivo poeta» sugli ultimi anni di vita di Gabriele D’Annunzio). Del film in lavorazione non si sa quasi nulla, se non che si tratterà di una rievocazione in costume probabilmente ambientata nel ‘700. Un progetto dal respiro internazionale (la produzione è francese) che può evidentemente portare molto lustro al territorio, tanto che il Comune di Agliè ha concesso a titolo gratuito gli spazi per le riprese, richiedendo però la presenza del logo comunale nei crediti della pellicola. Peraltro la comunità alladiese non è nuova a situazioni di questo tipo: negli ultimi anni sono infatti stati numerosi i «ciak» battuti al castello (come dimenticare l’esperienza della fiction Rai «Elisa di Rivombrosa» nei primi anni 2000, o la miniserie «La bella e la bestia» nel 2014). Positivo, come prevedibile, il commento del sindaco di Aglié Marco Succio: «Le riprese di un film sono sempre un’opportunità per il territorio, e noi lo abbiamo vissuto più volte negli ultimi anni. Ovviamente il risvolto turistico non si riscontra mai durante la produzione: c’è un piccolo ritorno nella microeconomia locale, ma l’auspicio è che il ritorno vero si abbia dopo l’uscita del film. Noi l’abbiamo vissuto in maniera quasi sproporzionata rispetto alle nostre capacità ricettive con Elisa di Rivombrosa; per altri film girati qui, noi canavesani riconoscevamo il castello e il territorio, ma non era l’elemento di richiamo della pellicola».

Gli effetti

Ma se gli effetti sul turismo di eventi di tale portata si vedranno più sul lungo termine, c’è anche chi può trarre beneficio immediato dalle fortunate circostanze: «É stata una sorpresa totalmente inaspettata, una boccata d’ossigeno che ci aiuta a pagare le bollette faraoniche di questo periodo - riferisce Mauro Mattioda, gestore dell’Hotel Rivarolo (a Rivarolo Canavese, ovviamente) dove l’equipe ha albergato -. Di certo è un buon biglietto da visita per noi e anche per i ristoratori locali: ci sono state sere la scorsa settimana in cui era difficile trovare un posto libero nei ristoranti di Rivarolo. Si è trattato, infatti, di una troupe di 50 - 60 persone, con attori anche di alto calibro, perlopiù francesi. Tra loro c’è chi ha recitato con Leonardo di Caprio. Persone molto riservate, ma gentilissime, educate e rispettose. Dal Canavese si sposteranno adesso a Stupinigi e poi a Venaria per proseguire le riprese». Mattioda sottolinea però come casi del genere rappresentino l’eccezione molto più che la regola: «Il nostro è un territorio che non viene valorizzato sufficientemente, nonostante abbia da offrire numerose bellezze. Penso ai castelli di Aglié, San Giorgio e Masino, ma anche a Belmonte così come al vino Erbaluce. Noi come albergatori abbiamo provato più volte a creare pacchetti turistici, ma nonostante i nostri sforzi di accoglienza è difficile mettere in moto qualcosa di significativo. Io gestisco tre alberghi, di cui uno alle porte di Torino, e i numeri sono imparagonabili. C’è chi rinuncia al pernottamento in Canavese dalla città anche solo per non dover percorrere una strada problematica come la 460».

Canavese 2030

La promozione del turismo canavesano è peraltro uno dei punti programmatici anche di Canavese2030, «un think tank di ispirazione civica e indipendente» che mira allo sviluppo del territorio soprattutto nella sua dimensione economica. In un recente paper dal titolo esplicito «Turismo in Canavese», il presidente del think tank Fabrizio Gea (past president di Confindustria Canavese) scriveva che «il nostro sogno è trasformare il Canavese in un’identità territoriale forte come quella dei benchmark nazionali – Langhe, Sudtirol, Chianti, Franciacorta – e internazionali – Perigord – che guidano le nostre azioni»; ma, nelle conclusioni si aggiungeva che «l’arrivo dei turisti non si improvvisa. È frutto di un’attività composita che coinvolge molti soggetti, a vari livelli istituzionali e non, che devono, prima di tutto, acquisire consapevolezza del potenziale derivante dalla traduzione della visione in una pianificazione accurata e da una successiva e coerente attuazione».

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