il racconto

Da Ozegna volontaria nella Turchia colpita dal terremoto per far nascere i bambini

Marta Guglielmetti, 29 anni, infermiera del San Giovanni Bosco, ha fatto parte della squadra che ha curato la popolazione turca vittima del devastante terremoto

Da Ozegna volontaria nella Turchia colpita dal terremoto per far nascere i bambini
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Da Ozegna volontaria nella Turchia colpita dal terremoto per far nascere i bambini. Marta Guglielmetti, 29 anni, infermiera del San Giovanni Bosco, ha fatto parte della squadra che ha curato la popolazione turca vittima del devastante terremoto.

Da Ozegna volontaria nella Turchia

Una canavesana in Turchia per portare aiuto alla popolazione colpita dal terremoto. E’ Marta Guglielmetti, 29 anni di Ozegna, infermiera del reparto di medicina ad alta intensità dell'ospedale San Giovanni Bosco di Torino, ed è stato uno dei sanitari partiti per il Medioriente insieme all'Unita di Maxi Emergenza 118. La missione a Dafne, che si trova a pochi chilometri da Antiochia, è durata quindici giorni, dal 4 al 18 marzo, coinvolgendo settantacinque persone, tra sanitari e addetti della Protezione Civile.

Il racconto di Marta

«Non avrei mai pensato di partire per la Turchia», ci racconta le sue sensazioni Marta Guglielmetti. «Due anni fa, insieme a una collega, mi sono iscritta al corso di Maxi Emergenza del 118. Nel 2022, poi, ho seguito le lezioni d'aggiornamento per rimanere iscritta all'unità chirurgica che conta circa 500 unità, facenti capo all'Asl di Cuneo». Era il 15 febbraio quando la Protezione Civile, insieme al primo nucleo di medici e sanitari, partiva per un sopralluogo. Nello stesso periodo veniva montato l'ospedale da campo con sala operatoria, servizi, zone di degenza dedicate a uomini, donne e partorienti. Verificate le esigenze sul posto, è partito un secondo gruppo nel quale erano presenti pediatri, ginecologi e infermieri, tra cui anche l'ozegnese Marta Guglielmetti, che così descrive la vita quotidiana sul posto.

«Devastante»

«Il primo impatto con il luogo è stato devastante. Le abitazioni sembrano implose, la popolazione vive all'interno delle tende e l'unico ospedale della zona si trova a 3 ore e mezza di viaggio in macchina. Gli abitanti hanno dimostrato grande collaborazione e gratitudine. La maggior parte delle persone si rivolgevano a noi con sintomi vari, tutti riconducibili allo stress post-traumatico di dover scavare per ritrovare un familiare disperso. Inoltre, dal 15 febbraio al 18 marzo, sono nati trentuno bambini. La gente del posto, generalmente, non conosce l'inglese e per ovviare abbiamo installato una applicazione digitale di traduzione in turco sul telefono. Inoltre abbiamo avuto la fortuna d'essere aiutati dagli interpreti turchi. Si tratta di ragazzi che, dopo aver frequentato il liceo italiano a Istanbul, hanno proseguito gli studi nelle università italiane. Per quanto riguarda i volontari ero l'unica canavesana, gli altri provenivano dalle provincie di Cuneo e Biella. L'ultimo giorno abbiamo collaborato con i sanitari turchi a cui abbiamo donato l'ospedale. D'ora in poi spetterà a loro portarlo avanti. Spero di poter ripetere quest'esperienza in futuro perché mi ha davvero arricchita come persona. Ci tengo a ringraziare Nicola Tommasoni, il nostro team leader, e Andrea Vermena. Un ringraziamento va alla Protezione Civile che si è occupata dall'attività di manutenzione delle strutture, alla super cuoca Fiorella e a tutta la popolazione che ha dimostrato di avere un grande cuore».

Una presenza che ha reso orgogliosa l'intera comunità di Ozegna, in modo particolare il nonno di Marta, Ivo Chiarabaglio, sindaco dal 2006 al 2011. Ancora una volta il grande cuore del popolo canavesano ha lasciato un segno indelebile del suo passaggio.

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