Il traliccio che divide Castellamonte
I residenti della frazione sul piede di guerra hanno anche sottoscritto in massa una petizione.
Il traliccio che divide Castellamonte, quello per l'installazione delle antenne per internet.
Il traliccio che divide
Un tavolo tecnico, sì, ma anche un tavolo politico. Che ha riscosso più partecipazione di quanto probabilmente ci si aspettasse dalle parti di Palazzo Antonelli. Lunedì mattina la sala consiliare del municipio è sorprendentemente affollata: sono molti i residenti in frazione Filia che hanno voluto presenziare all’incontro pubblico convocato dal sindaco Pasquale Mazza per discutere del controverso progetto d’installazione di un palo per le telecomunicazioni sulla collina della località castellamontese. Tanti, si viene a sapere, hanno preso ferie solo per poterci essere. Persino Antonio Piras, progettista dell’azienda responsabile dell’intervento (Inwit), invitato a prendere parte al confronto, non nasconde il proprio stupore: «Pensavo si trattasse di un tavolo tecnico solo con gli amministratori», dice.
Animi caldi
Gli animi sono caldi fin dall’inizio, ma il dibattito si apre su una frizione relativa a una questione collaterale: il gruppo consiliare di opposizione «Noi per Castellamonte» accusa subito la Giunta di carenze nella comunicazione. «Non abbiamo ricevuto la risposta del sindaco alla richiesta di chiarimenti che abbiamo inviato, e neanche l’avviso di questo incontro. Inoltre, avete detto che tutte le informazioni si trovano sull’albo pretorio, ma lì si parla solo di infrastrutture per telecomunicazioni, non di un palo di trenta metri». Si tratta di uno dei pochi interventi che la minoranza terrà nella successiva ora e mezza, forse anche perché gelata dalle parole di Angela Cerutti, membro del Consiglio di frazione di Filia: «In maggioranza siete stati anche voi, quando già si sarebbe dovuto pensare a un piano che regolamentasse casi del genere, e che ora vi facciate portavoce dei cittadini mi sembra strumentale. La tutela ambientale e della salute deve essere un tema trasversale, che genera una discussione fluida». E in effetti il confronto fatica ad avviarsi su sentieri costruttivi, girando per lunghi minuti intorno a una serie di attacchi e controattacchi. Non c’è compattezza nemmeno tra i cittadini della frazione, dei quali alcuni puntano il dito sull’impatto ambientale dell’impianto, altri sui rischi per la salute. Proviamo allora a mettere ordine nel caos, prendendo a riferimento le tre domande poste dal primo cittadino al rappresentante di Inwit: perché il palo deve essere realizzato proprio a Filia? Si possono valutare soluzioni diverse? Come gestire i problemi alla viabilità che il cantiere causerebbe?
Perché a Filia
Perché a Filia? Riguardo alla prima domanda, Piras precisa innanzitutto che il palo in questione sarebbe una struttura non per radiomobile ma per wi-fi, richiesta all’azienda per coprire delle “zone bianche” (dove il segnale non arriva). Un intervento da realizzare con soldi Pnrr. «In questa fase non eravamo nelle condizioni di poter negare l’autorizzazione, pena l’inevitabile “tirata d’orecchie” della Regione -, aggiunge il tecnico comunale Simona Vogliano, che si è occupata delle valutazioni ambientali relative al progetto - In gioco ci sono normative che nascono dal periodo pandemico, quando si è intensificato il lavoro smart working e si è deciso di limitare il più possibile le zone non coperte da connessione». Il focus allora si sposta sull’esigenza di dotare il Comune di un regolamento sull’installazione di simili infrastrutture, direzione in cui (forse per correre ai ripari, come commenta qualcuno) l’Amministrazione si sta già muovendo. «Non dotarsi di un piano significa anche offrire il fianco a speculazioni poco trasparenti da parte dei proprietari dei terreni - afferma un cittadino - Se non ci tutela il Comune, chi lo fa? Se siamo arrabbiati è perché l’Amministrazione finora non ha fatto il proprio dovere».
Quali sono le alternative
«Siamo disponibili a valutare con l’azienda alcune modifiche del progetto, ma dobbiamo posizionare il palo in un punto nel quale assolva al suo compito - spiega il progettista della Inwit - Se si tratta di una differenza di 30-50 metri non credo sia un problema rivederne la posizione, così come l’altezza. Si possono poi considerare degli elementi estetici: la Regione ha richiesto che al traliccio sia data una colorazione grigio opaco e che alla base vengano piantati alberi ad alto fusto». Sì a piccole correzioni quindi, ma il progetto in sé non si può bloccare. Anche perché la ditta ha il coltello dalla parte del manico, avendo già ricevuto le autorizzazioni necessarie.
Le conclusioni
Per quanto riguarda i problemi di viabilità (i lavori bloccherebbero la strada causando disagi ai residenti), ma anche per tutte le altre considerazioni, Piras chiede di essere accompagnato, dopo l’incontro, nel luogo in cui dovrebbe sorgere il palo. É il sindaco a tirare le somme del confronto, che qualche esito, sebbene tardivo, lo ha avuto: «Oggi stesso faremo richiesta di sospensione dell’autorizzazione a Inwit, chiedendo ulteriori integrazioni, in modo da prendere tempo. Poi bisognerà presentare una proposta alternativa all’azienda entro il 23 aprile, termine oltre il quale non sarà più possibile sospendere il procedimento». il prossimo venerdì, alle 18, si riunirà allora un organo tecnico “ristretto”, formato da rappresentanti di Filia e dell’Amministrazione,proprio al fine di elaborare tale proposta.