Detenuti dal carcere al Salone del Libro di Torino
Un evento straordinario che porta speranza e redenzione nelle mura del carcere
Un momento di pura magia si è svolto nel cuore del Salone del Libro, quando quindici detenuti di Ivrea hanno presentato una replica commovente dello spettacolo teatrale “Fahrenheit 451”. Nonostante le difficoltà legate all’ambiente rumoroso e all’assenza di microfoni personali, gli attori sono riusciti a trasmettere con forza la potente volontà di redenzione che anima il gruppo di pompieri che bruciano i libri, come descritto nel celebre romanzo di Bradbury. Un lungo applauso ha premiato il loro straordinario impegno.
Un’iniziativa resa possibile grazie all’impegno di diverse figure
Dietro a questa performance di sessanta minuti si celano gli sforzi congiunti del Consiglio Regionale, rappresentato dal consigliere Gianluca Gavazza e dal Garante Bruno Mellano, che hanno aperto questa preziosa finestra all’interno di un evento di risonanza internazionale. Un ruolo fondamentale è stato svolto anche dai volontari penitenziari, che hanno dato avvio al progetto in collaborazione con Ivrea Città del Libro e hanno affrontato con determinazione le sfide e i numerosi ostacoli che si sono presentati lungo il percorso.
Un impegno condiviso per il cambiamento e l’inclusione
Non possiamo dimenticare l’impegno e la volontà dimostrati dall’amministrazione penitenziaria, a partire dal Provveditore Rita Russo fino al Direttore Antonella Giordano, al Comandante e a tutto il personale coinvolto, che ha assunto la responsabilità di spostare quindici detenuti in un contesto tanto impegnativo come il Salone del Libro. È doveroso menzionare anche lo sforzo dei quindici protagonisti che, giorno dopo giorno, si sono alzati e si sono dedicati alle prove in un ambiente che di solito non favorisce la volontà di cambiamento. Nonostante ciò, hanno dimostrato grande determinazione e responsabilità.
Un momento emozionante che tocca il cuore di una famiglia
Al termine dello spettacolo, un’orgia di applausi e ringraziamenti ha accompagnato il ritorno dei detenuti nelle loro celle. In particolare, si ricorda l’abbraccio commovente tra un padre detenuto e la sua bambina, sotto gli sguardi degli altri papà presenti, che non hanno fatto fatica a guardare altrove.
