Licenziati Arihant: «Alla nostra età chi ci assume?»
Ora gli ex dipendenti dell’azienda potranno accedere agli ammortizzatori sociali. Ma il futuro?
Licenziati Arihant, parla una delle dipendenti lasciate a casa: «Costretti a ripartire e a rimetterci in gioco. Ma per molti la carta d'identità gioca a sfavore».
Licenziati Arihant
Con la messa in liquidazione dello stabilimento Arihant di Volpiano e la successiva chiusura, 85 lavoratori sono stati licenziati dal consulente del Tribunale di Ivrea per poter accedere agli ammortizzatori sociali. Tra loro c’è Raffaella Rea, una vita passata nello stabilimento volpianese, che da un giorno all’altro si è trovata senza lavoro vedendosi ridimensionati tutti i sogni e i progetti di una vita ancor lunga avanti a sé.
Una fine annunciata
Raffaella, come ha vissuto la chiusura dell’azienda?
«Un po’ tutti ce lo aspettavamo, abbiamo sperato che le cose cambiassero ma purtroppo la nostra fine era già stata scritta forse qualche tempo prima. Nel mio caso seppur fossi preparata a questa eventualità quanto è giunta la notizia sono rimasta un pochino disorientata. Grazie al mio carattere sono riuscita a metabolizzare il tutto e riprendere il controllo della mia vita. So che non sarà facile da adesso in poi, ma non mi scoraggio, passerò questo periodo di luglio e agosto tranquilla e poi da settembre mi metterò alla ricerca di un posto di lavoro, anche se sono consapevole che non sarà facile. Per molti di noi la carta d’identità gioca a sfavore».
Con il licenziamento avete potuto accedere agli ammortizzatori sociali. Ha già inoltrato la domanda?
«Certamente sì, subito dopo l’arrivo della lettera ho fatto richiesta della naspi, dovrei iniziare a ricevere qualcosa già nel mese di luglio oppure in agosto. Al momento non sappiamo quantificare quanto ci sarà erogato. Come ho già ribadito prima, la mia speranza, ma credo di tutti coloro che come me al termine della naspi non riusciranno ad accedere alla pensione, è quella di trovare un posto di lavoro al più presto».
Una nuova vita
Durante l’incontro con i vertici regionali e più precisamente con l’assessore Elena Chiorino c’è la volontà di creare dei corsi per il vostro reinserimento nel mondo del lavoro. Ha notizie in merito?
«Sì, in questi giorni c’è stato comunicato che il 28 giugno ci sarà un incontro con l’amministrazione volpianese e i vertici regionali dove ci saranno date informazioni in merito alla vicenda».
Inizia da adesso in avanti una nuova vita sia familiare che lavorativa. Quale pensa saranno le difficoltà per lei?
«Non saprei dare una risposta certa al momento, spero di trovare una collocazione lavorativa al più presto e tornare alla vita di sempre. Sicuramente non sarà facile abituarsi ad un nuovo lavoro, gente nuova con cui ricreare un feeling lavorativo che in molti anni aggrappati alla speranza di una ripresa avevamo creato con i colleghi che come me si sono trovati in questa situazione. Vedremo cosa accadrà».
Secondo lei la fine di questo sito produttivo volpianese, si poteva prevedere prima?
«Che le cose non andassero bene lo si sapeva, ma come tutti ci si era aggrappati alla speranza di una ripresa che purtroppo per noi non c’è stata. Chiudiamo un capitolo della storia della nostra vita e iniziamo scriverne un altro con la speranza che sia migliore di questo appena terminato».