San Giusto ha salutato il suo calciatore gentiluomo Romano Bertetto
L’ex calciatore professionista è morto giovedì 20 luglio, all'età di 87 anni
San Giusto ha salutato il suo calciatore gentiluomo Romano Bertetto giocò in serie C tra Ancona e Ivrea
San Giusto ha salutato Romano Bertetto
Romano Bertetto era per tutti il calciatore-gentiluomo. L’ex calciatore professionista è morto giovedì 20 luglio, all'età di 87 anni, nell'abitazione che divideva con la moglie Aliana a San Giusto Canavese. A cavallo tra anni '50 e '60 aveva indossato la maglia dell’Ancona, in serie C, raggiungendo una notorietà nazionale.
Il ricordo di chi lo conosceva
Così lo ricordano i figli Manuela e Roberto: «Era una persona onesta e perseverante, affezionata alla sua famiglia e allo sport, in particolare il calcio. Seguiva spesso le partite della sua amata Sangiustese, ma vedeva come un'esagerazione il denaro che circolava nell'ambiente della serie A, così lontano dei valori della competizione agonistica di un tempo». Romano nasce e cresce a San Giusto, dove comincia a nutrire la sua passione per lo sport, il calcio in particolare. Quindi, nel 1952, entra nelle giovanili della Juventus, giungendo a un passo nel far parte della prima squadra. Racconta il figlio Roberto: «Un giorno è stato convocato per la trasferta di Genova ma è rimasto in panchina. Ha sempre affermato d'essere consapevole di non possedere le caratteristiche giuste per giocare in serie A ma, per qualche tempo, ci aveva sperato. Mentre in serie C era uno dei migliori calciatori della sua epoca». Nel 1957 termina la sua avventura in bianconero per approdare nell'Ancona. Vi milita fino al 1961 quando sente il richiamo della terra natia. Proprio in quell'annata l'Ivrea era stata promossa in serie C e aveva bisogno di atleti di un certo livello. In tanti se lo ricordano come mediano in maglia arancione che, per un quinquennio, ha militato nella terza serie. Termina la carriera nel 1975, dopo tre anni di serie D. Aggiunge il figlio Roberto: «Nel frattempo mio padre aveva iniziato a lavorare prima all'Olivetti e, poi, nell'impresa edile del fratello. Per passione ha continuato a giocare gratuitamente nel suo amato San Giusto, sino a diventare allenatore e dirigente; per un certo periodo è stato anche alla guida della società. Tantissimi sono stati gli attestati di stima che ha ricevuto dalle persone incontrate nel suo percorso di vita. Gli ex ragazzi che ha allenato ricordano di aver imparato da lui non solo a giocare a calcio ma soprattutto come si diventa uomini».
L'ultimo saluto
Il funerale è stato officiato sabato 22 luglio nella parrocchiale di San Giusto. I familiari ringraziano tutti coloro che con scritti, parole di conforto e presenza sono stati vicini in questo triste momento alla consorte, ai figli; ai nipoti Matteo e Simone.
Alle esequie hanno partecipato molti amici che con lui hanno condiviso la passione per il calcio, il calcio di un tempo dove i valori sportivi erano fondamentali per costruire le carriere. Insomma un calcio di altri tempi che ormai in quest’era moderna non esiste più.