San Benigno

Da settembre niente più scuolabus, Graffino: "Non vogliamo tagliare ma la quota-famiglia non basta a sostenerlo"

Sul piede di guerra i genitori dei bimbi rimasti a piedi

Da settembre niente più scuolabus, Graffino: "Non vogliamo tagliare ma la quota-famiglia non basta a sostenerlo"
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Da settembre niente più scuolabus a San Benigno, il sindaco Alberto Graffino risponde alle accuse dei genitori dei bambini rimasti "a piedi".

Da settembre niente più scuolabus

Se la scuola è ancora ben lungi dal ricominciare, i pensieri di alcuni sanbenignesi sono già rivolti a settembre. E non per i motivi più auspicabili. Negli scorsi giorni, infatti, il Comune di San Benigno ha fatto sapere che, con ogni probabilità, il servizio scuolabus per l’anno 2023/2024 non sarà attivato per ragioni di bilancio. E, c’era da aspettarselo, non l’hanno presa bene i genitori dei bambini rimasti “a piedi”, secondo i quali l’amministrazione non starebbe facendo abbastanza per risolvere il problema. A replicare alle accuse è il sindaco Alberto Graffino: «Noi non abbiamo mai detto di voler sopprimere il servizio, ma esso è diventato economicamente insostenibile per le famiglie», spiega il primo cittadino.

Una situazione complicata

«La situazione è questa - continua il sindaco -: fino all’anno scorso ad usufruire del servizio scuolabus erano circa 60 bambini (e infatti era necessario fare più viaggi, perché il mezzo ha una capienza massima di 30 passeggeri); allo stato attuale le domande pervenute per il prossimo anno scolastico sono meno di venti, tra elementari e medie. Il servizio costa al Comune circa 55 mila euro l’anno, una spesa a cui contribuiscono le quote di iscrizione, che però da settembre costituirebbero un un ingresso potenziale di massimo 6 mila euro. Come Amministrazione ci siamo chiesti se fosse giusto, con una richiesta così limitata, far pesare sull’intera comunità una spesa del genere». La risposta sembra chiara: no. «Come Ente siamo molto vicini ai bisogni delle famiglie e vogliamo utilizzare i soldi pubblici per servizi che hanno un’utenza maggiore, come il pre e il post scuola che quest’anno abbiamo portato anche alla materna. Attivare lo scuolabus in questo momento sarebbe equivalente ad aumentare di mezzo punto l’addizionale Irpef a tutti i cittadini».

In cerca di soluzioni alternative

E quei venti bambini che avrebbero effettuato l’iscrizione? «Abbiamo convocato incontri con le famiglie per capire l’entità del disagio, chiedendo di comunicarci le situazioni imprescindibili dal servizio scuolabus. Al momento si tratta di cinque nuclei familiari, per i quali stiamo cercando delle soluzioni alternative». Graffino risponde anche alla proposta lanciata da alcuni genitori di impiegare un operatore comunale alla guida del mezzo: «Il Comune ha un solo operaio con la patente adeguata, quindi sorgerebbe la necessità di avere anche una supplenza disponibile. In più, ciò significherebbe destinare il 60% del tempo di quella risorsa allo scuolabus: ci troveremmo costretti ad assumere, cosa che attualmente non possiamo fare». Un quadro complesso che difficilmente subirà svolte positive.

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