Punta da un calabrone muore dopo 4 anni di coma

Punta da un calabrone muore dopo 4 anni di coma
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Punta da un calabrone muore dopo 4 anni di coma è successo a San Benigno Canavese

Punta da un calabrone muore

E’ una storia che lascia costernati quella di Mariuccia Zuin, pensionata di San Benigno, che si è spenta intorno all’una di venerdì scorso, il 18 agosto, dopo essere rimasta per quattro anni in sostanziale coma in seguito alla puntura di un calabrone. Una morte che, dicono i familiari, per lei forse è anche una «liberazione». Il fatto drammatico era avvenuto nel 2019: Mariuccia, scesa nella propria cantina per svolgere alcune faccende, era stata attaccata all’improvviso dal grosso vespide, che le iniettò il pericoloso veleno. La donna aveva quindi avuto una pesantissima reazione allergica, dalla quale non si è mai più ripresa.

Stato vegetativo

I successivi quattro anni li ha passati vincolata ai macchinari che l’hanno tenuta in vita presso il “Trompone” (Rsa Virgo Pontes a Moncrivello, provincia di Vercelli) in uno stato quasi vegetativo: pare riuscisse solo, qualche volta, ad aprire e chiudere gli occhi, come testimonia l’amato marito Giuseppe Vecchia, che dal momento del ricovero è partito ogni giorno dal Canavese per andare a stare accanto alla sua sfortunata moglie. Ogni giorno fino a venerdì scorso, quando Mariuccia ha esalato l’ultimo respiro.
I funerali si sono svolti la mattina di lunedì 21 agosto a San Benigno. Oltre al coniuge, l’80enne lascia i figli Silvia e Eugenio con Silvia e l’adorata nipote Martina, il fratello Luigi con Renata, i figliocci Claudio e Roberta.

Era una donna forte

Donna forte e dal carattere determinato, Mariuccia ha lavorato per anni alla Facit e si è sempre spesa molto per la propria comunità. Così la ricorda la cugina, Maria Teresa Vigna: «Prima dell’incidente Mariuccia era una lavoratrice instancabile, non stava ferma un minuto. Era una donna robusta e molto attiva, le piaceva darsi da fare. Veniva spesso ad aiutare in parrocchia, e quando c’era una festa si metteva a cucinare paste e torcetti per tutti. Vederla com’era negli ultimi anni mi faceva molto male, riuscivo a stento a riconoscerla... Era dimagrita moltissimo, fino a cambiare quasi la fisionomia. Ora, almeno, ha trovato la pace».
Quello di Mariuccia è un caso raro, ma, purtroppo, non unico. Secondo le statistiche, infatti, ogni anno su oltre 5 milioni di italiani punti da imenotteri (vespe, api e calabroni), si contano tra i 10 e i 20 decessi proprio a causa delle conseguenze del veleno.

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