Leini

Il Comune restituisce allo Stato i soldi non spesi

Per l’opposizione si è persa l’occasione per far pagare meno i cittadini

Il Comune restituisce allo Stato i soldi non spesi
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Il Comune restituisce allo Stato i soldi non spesi. Per l’opposizione si è persa l’occasione per far pagare meno i cittadini.

Il Comune restituisce allo Stato i soldi non spesi

Botta e risposta in consiglio comunale sui fondi erogati dallo Stato e in parte restituiti dal comune di Leini all’ente superiore. Per l’opposizione sono un’occasione sprecata. Per la maggioranza si è speso tutto ciò che si doveva, sulla base delle richieste avanzate da imprese e cittadini. Per il sindaco, restituire ciò che non può o non dev’essere utilizzato sul territorio è una questione di correttezza sia contabile sia etica che civile.

Dalla Minoranza...

«Spesso e volentieri annunciate grandi opportunità per i cittadini leinicesi, peraltro con fondi dello Stato – ha tuonato nell’ultimo consiglio comunale il componente della minoranza Pierluigi Leone. Dopodiché sarebbe interessante capire come mai questi soldi non sono stati utilizzati e vengono restituiti. Che i leinicesi stiano meglio? A noi non ci risulta». L’esponente di Uniti per Leini ha quindi snocciolato i numeri: «Per quanto riguarda i rimborsi allo stato di fondi non impiegati, si tratta di belle sommette: da 223 mila euro per le agevolazioni Tari a categorie economiche interessate dalla chiusura obbligatoria a seguito del Covid, ai 28 mila euro e passa per i centri estivi e ai 45 mila euro al fondo per garantire la continuità dei servizi erogati in relazione alla spesa per utenze, luce e gas. Forse avreste fatto bene a pubblicizzare meglio queste opportunità invece di restituire i fondi».

La risposta della Maggioranza

A spiegare le ragioni delle restituzioni di parte dei fondi sono stati il vicesindaco Cristina Bruno, l’assessore al Bilancio Marco Chiabrando e il sindaco Renato Pittalis. «Le motivazioni della restituzione di 28 mila euro per i centri estivi – ha spiegato l’assessore all’Istruzione - vanno cercate in due aspetti: nelle tempistiche e nella tipologia di spese. Il contributo del 2021 è arrivato il 31 dicembre di quell’anno, quindi troppo tardi per coprire le spese dei centri estivi di quell’anno. Successivamente, nel corso del 2022 è arrivato un secondo contributo, questo in tempo utile per essere utilizzato. A quel punto la somma dei due contributi era maggiore rispetto alle spese da coprire. Ecco perché una parte va in restituzione. Tutti i fondi spendibili, quindi, li abbiamo utilizzati in modo corretto». «Per quanto concerne i fondi per la copertura delle bollette – ha spiegato l’assessore al Bilancio – lo stanziamento dello Stato è arrivato tardi e noi non potevamo non aiutare i cittadini a pagare le bollette. Quindi abbiamo stanziato fondi comunali. Per quanto riguarda invece, i rimborsi Tari, l’abbiamo concordato insieme il metodo di pubblicizzazione dell’opportunità: evidenziandolo in rosso nelle bollette. Ottenere i rimborsi però, era molto complesso e molte imprese ci hanno rinunciato. Da parte nostra abbiamo fatto tutto ciò che potevamo». «Voglio fare una chiosa sui soldi che saranno restituiti e voglio ricordare a tutti che questi fondi sono dei cittadini dello Stato italiano e noi non abbiamo il diritto di appropriarcene inventandoci iniziative di favore per la comunità. Abbiamo diritto di spenderli con oculatezza, efficienza, efficacia e restituire allo Stato ciò che non è stato utilizzato dai nostri cittadini, pur avendogliene dato la possibilità. Non è un atto del quale vergognarci».

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