I funerali di Domenico Caresio, il poeta (dialettale) delle vette
La Città ha salutato per l'ultima volta un personaggio straordinario, che ha improntato la sua vita a due grandi passioni: la montagna e la scrittura, con una predilezione per la lingua piemontese.
I funerali di Domenico Caresio, il poeta (dialettale) delle della Valli si sono svolti questa mattina a Rivarolo nella Chiesa parrocchiale di San Giacomo.
I funerali di Domenico Caresio
Addio a Domenico Caresio, il "poeta delle vette". Rivarolo saluta per l'ultima volta un personaggio straordinario, che ha improntato la sua vita a due grandi passioni: la montagna e la scrittura, con una predilezione per la lingua piemontese. Signore d'altri tempi, dal sorriso gentile e dalla battuta pronta, "Dom" - com'era conosciuto da tutti e come amava firmarsi - aveva trovato nella poesia il modo perfetto per esprimere il suo indelebile carisma, la sua saggezza e la sua capacità di leggere le sfumature dell'animo umano.
Le sue rime
Indimenticabili le sue rime, con cui sapeva trasporre in versi con arguzia e sensibilità rare, emozioni, ricordi e personaggi per dedicarle ad amici e conoscenti, colpendo dritto al cuore con quella immediatezza che solo la poesia possiede. Classe 1936, alpinista appassionato e socio fondatore del CAI di Rivarolo Canavese, protagonista di tante ascensioni ed imprese sulle sue amate montagne, Domenico Caresio è stato anche un punto di riferimento insostituibile per il sodalizio della "Famija Canavzan-a", prezioso alfiere nell'opera di tutela e diffusione dell'idioma piemontese, che aveva studiato con meticolosità, carpendo ogni segreto della grammatica e diventando una vera autorità sul campo. Tra le sue tante pubblicazioni la "Grande raccolta di proverbi piemontesi. 6790 voci ordinate per argomento", il "Grande rimario piemontese", la "Grande raccolta di modi di dire e sinonimi piemontesi", la "Grammatica e dizionario della parlata rivarolese".
Il suo "congedo"
La comunità rivarolese e canavesana si stringe intorno alla moglie Silvana e ai figli Donata e Davide. Sul suo profilo social, Domenico era solito pubblicare, finché la salute glielo ha permesso, una poesia al giorno. E in versi ha scelto idealmente di congedarsi da amici e lettori, con una toccante poesia per dire "arrivederci a tutti" dal titolo "Quand": "Quand che 'n bel di e lasserù sta Tèra/ per ël viage pi lung dla mìa esistensa;/ quand ch'e j'avrù finì ëd far la guèra/
a l'odio, j'ingiüstissie e l'incuerensa/
Sërchème pa 'nt ën simitere umbrus/
dre da na pera grisa marmurà/
o suta 'n poc ëd tèra cun na crus/
Sercand-me lì em truverisse pa./
Sërchème an sla punta 'd na muntagna/
brüsà dal sul, sgiaflà da la turmenta,/
cun la fioca candìa ‘me cumpagna;/
lì truverèj mìa ànima cuntenta./
Lì truverèj mè spìrit vagabund/
ch'a varda le miserie giü 'nt ël bas;/
ch'a l'é cuntent d'avèir lassà stu mund/
e, finalment, d'avèir truvà la pas./ Un commiato intenso e struggente per farsi ricordare per sempre, prima di iniziare la scalata più lunga verso le vette più alte.