Unione Popolare Canavese contro la manifestazione in ricordo di Norma Cossetto

Unione Popolare Canavese contro la manifestazione in ricordo di Norma Cossetto
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Unione Popolare Canavese torna a chiedere alla Giunta di Ivrea di revocare il patrocinio alla manifestazione del Comitato 10 febbraio in ricordo di Norma Cossetto, studentessa istriana iscritto al Partito Fascista  uccisa dai partigiani jugoslavi. E invita la cittadinanza a fare altrettanto.

Unione Popolare Canavese

Una questione di principio. Negli scorsi giorni Unione Popolare Ivrea e Canavese è tornata a sollecitare l'Amministrazione comunale eporediese affinché revochi il patrocinio concesso alla manifestazione organizzata dal Comitato 10 Febbraio  (associazione "di promozione sociale con lo scopo di difendere e diffondere la cultura italiana delle terre giuliane e dalmate e mantenere vivo il ricordo delle tragedie che hanno coinvolto le loro popolazioni nel Novecento", come si definisce sul proprio sito) in ricordo di Norma Cossetto, studentessa istriana, iscritta al Partito Nazionale Fascista e morta nel 1943 per mano dei partigiani jugoslavi. Il gruppo di sinistra ha invitato i cittadini "democratici e antifascisti" a rivolgere al Comune la stessa richiesta, fatta anche dall'Anpi di Ivrea, fornendo anche un "fac-simile" della lettera da inviare al sindaco e agli assessori, che riportiamo per intero.

La lettera

Al Sindaco e alle/agli Assessore/i della Città di Ivrea

sono venuto/a a conoscenza che la Giunta comunale con deliberazione n. 291 del 31.8.2023 ha concesso il patrocinio al Comitato 10 febbraio per l'iniziativa del prossimo 8 ottobre “in ricordo del sacrificio della studentessa istriana Norma Cossetto", militante del P.N.F., figlia di un gerarca fascista, giovane vittima tra le tante dell’invasione delle potenze dell’Asse nazi-fascista della Jugoslavia.

Da antifascista e democratico/a, esprimo forte disappunto per questa concessione e chiedo che il patrocinio venga revocato. Ivrea è città antifascista e ha svolto un ruolo di primo piano nella lotta di Resistenza per la liberazione del nazi-fascismo.

Pur nel rispetto della persona, e di tutte le vittime del conflitto, non ci può essere equiparazione tra i morti della guerra, considerando che la parte politica a cui essa apparteneva e militava ha portato l'Italia nel baratro e nella guerra. 

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