Villa confiscata alla mafia, cercasi ancora gestore: è il terzo tentativo
Pubblicato un nuovo bando per la concessione dell'immobile in via Salgari
Villa confiscata alla mafia, il comune di Cuorgnè cerca ancora un gestore: pubblicato il terzo bando.
Villa confiscata alla mafia
Il Comune di Cuorgnè, per la terza volta, ci riprova: pubblicato il bando per la concessione a titolo gratuito dei beni immobili di via Salgari, confiscati alla 'ndrangheta e acquisiti nel patrimonio comunale. Il via libera all’avviso pubblico è stato dato lo scorso lunedì, il 23, e i soggetti interessati hanno tempo un mese per presentare i progetti. Si tratta del terzo bando attraverso il quale il Comune cerca un gestore per i beni della famiglia 'ndranghetista Iaria, che vennero sequestrati a seguito dell’operazione Minotauro di oltre 10 anni fa. Idea del Comune è usare gli immobili per un progetto residenziale per disabili. Un progetto che aveva sì ottenuto un finanziamento, dalla Regione Piemonte, di circa 50 mila euro, ma che ha visto andare deserti ben due avvisi di manifestazioni di interesse per la loro gestione. Il primo fu a fine 2022, con scadenza in pieno periodo festivo. Si era proceduto quindi a un secondo bando, ma alla scadenza del 7 febbraio, nuovamente, al Comune non erano arrivate manifestazioni di interesse.
Un bene dal valore anche simbolico
«Come amministrazione - dichiarano la sindaco Giovanna Cresto e l’assessore alle politiche sociali Elisa Troglia - siamo consapevoli delle difficoltà riscontrate finora nell’assegnazione del bene, con due precedenti bandi andati deserti, criticità che però condividiamo con molti altri comuni italiani, ma questo non ci toglie fiducia nel progetto». In fin dei conti, ribadiscono dall’Amministrazione comunale questo bene confiscato alla criminalità organizzata rappresenta per Cuorgnè e per il territorio una risorsa che potrebbe incidere positivamente sul tessuto sociale ed economico. «Possiede sicuramente un ruolo simbolico, di riscatto morale, ma offre anche possibilità di creare opportunità di lavoro, di rispondere ai bisogni sociali, di fornire servizi e attività utili per i cittadini».
Il progetto
Nonostante le difficoltà nel trovare un gestore dal Comune si ostenta fiducia: «Sia per i due bandi precedenti, sia successivamente, diverse realtà hanno continuato a prendere contatto con i nostri uffici e visionato il bene, segno che c'è interesse: purtroppo l’investimento economico è sicuramente importante e questo può scoraggiare i possibili aggiudicatari. Sono comunque pervenute anche manifestazione di interesse formali». Per il Comune l’idea, anche se non esplicitata nel bando, rimane un progetto del "Dopo di noi", ovvero che punti alla tutela di persone disabili rimaste prive del sostegno familiare, oltre a stimolare la loro autonomia facendoli vivere in modo indipendente, anche se in una situazione "protetta". «Auspichiamo di giungere finalmente alla concreta restituzione alla collettività di un bene confiscato e al suo riutilizzo, dimostrando così che le mafie non sono invincibili e che ciascuno deve contribuire alla diffusione e attuazione dei progetti per pratiche imprenditoriali alternative e una cultura diversa dal crimine organizzato». Se si troverà un aggiudicatario per il bene, l’affidatario otterrà la gestione dei beni per 30 anni, ma senza possibilità di concederne l’uso o di subaffitarli a terzi.