Ingria

La borgata fantasma torna a vivere

Progetto finanziato con grazie al bando PNRR «Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale»

La borgata fantasma torna a vivere
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La borgata fantasma torna a vivere. Abbandonata dagli anni ‘60 «Querio» è un luogo intriso di storia e ricordi da riportare agli antichi splendori.

La borgata fantasma torna a vivere

Riprende vita il piccolo borgo di Querio. In quella che per decenni è stata soltanto una «borgata fantasma», immersa nella vegetazione della bellissima Val Verdassa, al confine fra i Comuni di Ingria (del cui territorio fa parte) e Frassinetto, nuove iniziative e progetti contribuiscono da tempo a cercare di salvare un luogo intriso di storia e di ricordi. Questa piccola borgata, abbarbicata su un pendio a 1.300 metri di altezza, un tempo era molto popolosa, ma dagli anni '60 del secolo scorso è stata completamente abbandonata. Le abitazioni sono in parte crollate e la vegetazione ne ha preso possesso, ma da qualche anno quassù sono stati piantati molti germogli di speranza per recuperare e valorizzare un patrimonio che sembrava perduto.

Restauro della fontana

Merito soprattutto dell’impegno costante e dell’attaccamento alla frazione di tante persone che fra queste case diroccate e circondate dal bosco conservano le origini della propria famiglia e che da questo luogo hanno ereditato spesso anche il cognome. Nei mesi scorsi, gli Amici di Querio, hanno festeggiato il restauro della fontana della borgata, in occasione del tradizionale ritrovo in ricordo dell’amico Edis. Un altro piccolo tassello che va ad aggiungersi ad altri più importanti quali la realizzazione e manutenzione della strada che porta fino alla frazione.

Progetto

Grazie ai finanziamenti del PNRR sta per concretizzarsi anche un altro ambizioso progetto: la Casa-Museo dell’Arrotino. Si tratta di uno dei 16 progetti privati che in Canavese si sono aggiudicati le risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per rigenerare un sito di interesse storico. Il progetto prevede il recupero di una casa privata, attualmente allo stato di rudere, situata nei pressi della borgata di Querio e la contestuale creazione di un piccolo museo riguardante la figura degli arrotini ambulanti di Querio e più in generale della Valle Verdassa. Uno spazio che potrà contenere sia reperti e strumenti del mestiere, sia testimonianze e documenti riguardanti la figura dell'arrotino. Querio è il luogo perfetto per ospitare questo museo, come spiega Davide Querio, architetto e proprietario dello stabile: «Tutti gli abitanti maschi di Querio, così come molti della vicina frazione di Monteu, hanno svolto fino a pochi decenni fa il mestiere dell'arrotino ambulante, che veniva svolto per lo meno già dal XVIII secolo così come testimoniato dagli archivi comunali e parrocchiali. Le varie famiglie si “spartivano” il territorio del Piemonte e della Lombardia occidentale per esercitare il mestiere ed era un mestiere che veniva svolto in maniera itinerante e stagionale: erano infatti soliti partire in autunno e ritornare a Querio all'inizio della primavera, così da poter riprendere le attività agricole nella bella stagione». «Il progetto - aggiunge l'architetto Querio - è stato finanziato tramite il bando PNRR denominato “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”, destinato alle associazioni e ai privati per il restauro e la valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale».

Raduno dei Querio

Sempre nel segno della vecchia borgata della Valle Verdassa, ogni anno viene inoltre organizzato, presso la vicina Alpe Losa, dall’assessore comunale di Frassinetto Flavio Querio, il tradizionale «Raduno dei Querio». Grazie a questo appuntamento chi porta questo caratteristico cognome giunge da ogni parte del mondo per cercare le proprie origini e ritrovarsi a Frassinetto per un momento di festa. Quest’anno il raduno ha visto anche la partecipazione di una famiglia proveniente dall’Argentina, perché chi ha Querio nel cuore non la dimentica.

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