Alberto Focilla dopo 12 anni lascia il «Moro»: l’ultima campanella, poi la pensione
Lo storico dirigente a giugno chiuderà con la scuola, poi volontariato e cultura
Alberto Focilla dopo 12 anni lascia il «Moro»: l’ultima campanella, poi la pensione. Lo storico dirigente a giugno chiuderà con la scuola, poi volontariato e cultura.
Alberto Focilla dopo 12 anni lascia il «Moro»
Dopo 12 anni alla guida dell’Aldo Moro di Rivarolo Alberto Focilla, 63 anni, a giugno andrà in pensione, non sarà più lui il dirigente scolastico di liceo e Itis. «Conserverò sempre un buon ricordo di questi 12 anni di lavoro - Racconta - Sono soddisfatto di quanto è stato fatto. A partire dall’apertura di un nuovo indirizzo di studi, il liceo linguistico, ma anche del lavoro fatto per modernizzare la parte laboratoriale, le opere di manutenzione e gli acquisti per renderli al passo con i tempi. Abbiamo fatto molto anche per gli edifici stessi, per mantenerne il decoro, per la manutenzione ordinaria straordinaria, non è stato facile coordinare la comunicazione con gli enti».
Come sono stati questi 12 anni di lavoro?
Che ambiente ha trovato? «C’è sicuramente un’ottima collaborazione fra tutti i lavoratori della scuola, docenti, tecnici, personale Ata, segreteria e anche dirigenza. C’è spirito di sacrificio, tutto il collegio docenti lavora in maniera molto collaborativa e il tasso di polemica è praticamente quasi nullo, anche le problematiche che emergono vengono affrontate in maniera positiva cercando una risoluzione alla questione senza porsi in maniera sbagliata».
Che ricordo ha degli anni del Covid?
«Sicuramente sono stati anni difficili. Abbiamo cercato di gestirli nel miglior modo possibile. Chi ha subito il danno maggiore sono stati i ragazzi ai quali è mancata l’esperienza relazionale, una carenza che purtroppo è rimasta. Io sono stato sempre in ufficio e con i miei collaboratori ne abbiamo approfittato per sistemare qualche laboratorio. Penso di avere un alto tasso di adattabilità e, anche se è stato difficile per tutti, io ho cercato di approfittare di quel periodo e andare avanti trovando il modo di far funzionare la didattica a distanza, lavorando per portare i cavi in tutte le aule così che i collegamenti per la dad fossero stabili».
Lascia una scuola d’eccellenza, i dati Eduscopio la vedono sempre fra le prime posizioni.
«Ho trovato già una scuola che funzionava bene e non penso di aver fatto nulla di eccezionale, ma sicuramente ho dato tutto me stesso per farla andare avanti al meglio e, come detto, abbiamo cercato di modernizzare i laboratori e offrire l’offerta formativa migliore possibile. In questa direzione va anche l’attivazione del nuovo liceo linguistico. La mia caparbietà ha fatto sì che anche Rivarolo potesse avere questo indirizzo: il primo anno la richiesta mi è stata respinta, ma alla fine, con insistenza, sono riuscito ad ottenerlo. Di questo sono molto soddisfatto. La bontà della nostra istruzione più che dei dati si vede dalle collaborazioni che sono state aperte sul territorio, con aziende e associazioni con le quali riusciamo a lavorare bene».
Cosa farà da settembre?
«Difficilmente mi troverete vicino alla cosa pubblica. Farò molto volontariato. Mi rilasserò e mi dedicherò ai miei hobby: mi piacerebbe viaggiare, fare sport e dedicarmi alla cultura».