La Memoria Viva chiude la 47ª missione in Ucraina
L’associazione castellamontese continua a portare aiuti umanitari nelle zone più colpite dal conflitto
La Memoria Viva chiude la 47esima missione in Ucraina.
La Memoria Viva
Da poco meno di 900 giorni la popolazione ucraina è al centro di un conflitto che sembra non terminare mai: i civili delle zone più colpite stanno vivendo da mesi senza corrente, riscaldamento, acqua e poco cibo. Anche se i principali mass media non trattano più la notizia che, per un periodo di tempo, è stata il centro del giornalismo, la situazione rimane invariata. Fortunatamente, però, c’è qualcuno che non ha perso interesse e che continua, dal 26 febbraio 2022, a portare gli aiuti necessari, ripetendo il proprio motto «Non lasciamoli soli». Chi è al fianco della popolazione ucraina è l’Associazione castellamontese “La Memoria Viva” che martedì 16 luglio ha concluso la quarantasettesima missione a Charkiv. Un viaggio lungo, che dura circa 48 ore di macchina, attraversando gli stati che separano l’Italia dall’Ucraina, per creare un ponte umanitario, arrivando nei luoghi dove i volontari vedono, con i loro occhi, la distruzione causata dai Russi.
Missione a Charkiv
«Charkiv è diventata la Mariupol' della seconda ondata, iniziata a maggio, quando i piccoli villaggi della zona est vengono attaccati da droni kamikaze che costringono i civili a trascorrere il loro tempo nelle cantine, vivendo senza più acqua né luce. Gli unici rimasti sono i bambini, le mamme, gli anziani e gli invalidi poiché gli uomini sono stati tutti richiamati al fronte, visti gli sforzi bellici necessari per contrastare il nemico - ha spiegato Roberto Falletti, uno dei volontari più attivi de “La Memoria Viva” - Cerchiamo di aiutare la popolazione rimasta, portando prodotti per l’igiene, cibo e abbigliamento; durante la missione appena terminata, però, grazie al Comitato Ucraina di Torino siamo riusciti a far arrivare un’ambulanza per i civili».
Perchè l'Ucraina
Una guerra che non lascia scampo a nessuno, che continua a imperversare senza che si riesca a trovare una giusta pace e che sta mettendo in ginocchio un intero paese. «Siamo consapevoli che in Ucraina non si stia svolgendo l’unico conflitto mondiale, alcune persone ci hanno chiesto come mai l’associazione non stia facendo nulla per Gaza, ma la risposta è semplice - ha aggiunto Roberto - quando abbiamo iniziato non potevamo immaginare ciò che poi è accaduto e, inoltre, non abbiamo nessun legame che ci permetta di arrivare fin lì. Al contrario, in Ucraina, grazie a Lidia Maksymowicz, abbiamo potuto creare legami per essere vicini alla popolazione civile, portando aiuti fino a quando sarà necessario». L’Associazione di Castellamonte non ha quindi intenzione di lasciare soli i cittadini ucraini, cercando di alleviare, per quanto possibile, le condizioni disumane che stanno vivendo.