Il Professor Bertero, Marco Polo e la Rotonda Antoneliana
"Siamo al lavoro per fare in modo che anche la sessantatreesima edizione della nostra rassegna, non deluda le aspettative dei tanti visitatori".
Il Professor Bertero, Marco Polo e la Rotonda Antoneliana intervista alla figura di riferimento della Mostra della Ceramica di Castellamonte. È lui, infatti, il curatore di questo evento, la cui fama ha ampiamente raggiunto i cinque continenti.
Il Professor Bertero
«Siamo al lavoro per fare in modo che anche la sessantatreesima edizione della nostra rassegna, non deluda le aspettative dei tanti visitatori. Come sempre, infatti, non mancheranno le proposte dell’arte ceramica in tutte le sue espressioni nuove o classiche, ma sempre uniche e originali».
Bertero non sottolinea solo l’unicità delle opere esposte, ma anche quella della mostra che cura personalmente: «È una manifestazione che non ha pari nel suo genere nella nostra regione - spiega il professore - La caratterizzano le molteplici ed articolate esposizioni distribuite su tutta la città».
Non a caso l’evento è molto atteso, oltre che dal grande pubblico, anche dagli addetti ai lavori: «La nostra mostra è un punto di riferimento per tanti artisti ceramisti, pittori, scultori e architetti che con grande interesse la seguono da diversi anni sia dall’Italia, sia dal mondo. Non solo, è anche capace di suscitare molte aspettative da parte del pubblico. È per questo che a ogni edizione accorre sempre più numeroso a visitare la mostra della ceramica».
Le novità
Le novità di questa edizione sono molto numerose e Bertero, per illustrarle, comincia dalla Rotonda Antonelliana di Castellamonte: «E’ alla Rotonda, infatti, che il pubblico potrà ammirare installazioni veramente uniche - afferma il curatore - Opere di grandi dimensioni che, a mio giudizio, ne trasformeranno l’immagine complessiva».
Poi il professore entra nel dettaglio delle installazioni: «Ricordo l’opera di Nino Ventura intitolata “Perle ai porci” e quella di Claudio Carrieri, “La draghessa”: una realizzazione spettacolare che richiama l’Anno del Drago: dal momento che la Mostra 2024 ospita un omaggio alla Cina e che il dragone compare anche nella locandina di quest’anno, la Draghessa assume un significato speciale».
Il professore aggiunge che la Rotonda accoglierà anche altre installazioni: «Saranno di Sandra Baruzzi, Guglielmo Marthyn, Brenno Pesci, Roberto Perino, Roberto Castellano e Francesca Formia. Presenti anche installazioni del romeno Nicolae Moldovan, del francese Patrich Crulisse, e poi ancora degli italiani Daniele Chechi, Maria Teresa Rosa, Giose Camerlo, nonché dei ragazzi del liceo artistico Felice Faccio, la cui collaborazione con la Mostra si sta facendo sempre più assidua, anno dopo anno».
Bertero rivela, inoltre, che molti dei lavori più belli saranno esposti nelle sale di Palazzo Botton: «In questa prestigiosa sede sono ospitate diverse, articolate ed eterogenee mostre, ciascuna con spiccate e proprie identità.
Ceramics in love
Al piano terra del Palazzo è presentata la mostra delle 100 opere del concorso “Ceramics in love - Marco Polo 2024”, con artisti provenienti da tutta Italia e dal mondo. Sono ben 26 le nazioni rappresentate. Si tratta di opere selezionate perché di particolare rilievo artistico e tecnico, tali da creare, come sempre, un proficuo confronto tra tutti gli artisti in gara. Anche a questa edizione parteciperanno lavori provenienti da tutto il mondo. Non mancheranno lavori dalla Cina e dal Giappone.
Continuando a parlare di Cina, al piano nobile dello stesso Palazzo Botton si potrà visitare l’omaggio all’immenso paese asiatico. Qui i visitatori potranno ammirare bellissime ceramiche cinesi, ovvero capolavori che sono famosi in tutto il mondo. Si tratta di opere in ceramica di straordinaria bellezza per tecnica, forma e cromia: creazioni per cui la Cina è giustamente famosa nel mondo. Sullo stesso piano si trova anche “Carta Cristallina”, evento espositivo che unisce grafica e opere in ceramica, a cura di Elisa Talentino.
Da non perdere anche l’omaggio a Miro Gianola per onorare la memoria di un artista molto amato, recentemente scomparso (2023), con sue opere in ceramica, sculture e dipinti».
Non potranno poi mancare, naturalmente, le stufe di Castellamonte, ovvero quelle stufe in ceramica che da sempre mantengono in movimento l’economia locale e grazie alle quali anche la Mostra della ceramica, oltre 60 anni fa, ha preso impulso.
Vetrina eccezionale
«Ma - conclude il professor Bertero - non saranno in mostra le stufe classiche, perché quelle sono esposte nei numerosi laboratori della città che le producono. Piuttosto, il pubblico potrà ammirare stufe d’artista. Vere e proprie opere d’arte in ceramica che, con la loro stessa presenza, riescono da sole ad arredare un intero locale». Per finire, all’Orto Sociale Camillo, uno spazio rigenerato da Associazioni e cittadini, si potrà visitare l’installazione “Fiori di Campo”, 1000 piccoli fiori in ceramica creati da diverse realtà sociali guidate dall’artista Rita Bagnoli.
La 63ª edizione della Mostra della Ceramica di Castellamonte non è solo una vetrina di eccezionali opere d’arte, ma anche un momento di incontro e di scambio culturale; un evento che lascia un segno indelebile nei partecipanti e che continua a brillare come un faro nel panorama artistico internazionale delle lavorazioni ceramiche.