L'appello

L'appello delle Associazioni ai sindaci del Canavese: "Fare di più per la dignità dei detenuti"

L'appello delle Associazioni, della Caritas Diocesi di Ivrea e delle Officine del Terzo Settore: «Le carceri sono troppo piene di persone, ma soprattutto sono troppo vuote di attività»

L'appello delle Associazioni ai sindaci del Canavese: "Fare di più per la dignità dei detenuti"
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L'appello delle Associazioni ai sindaci del Canavese: "Fare di più per la dignità dei detenuti"

Per la dignità dei detenuti

Le Associazioni Volontari Penitenziari “Tino Beiletti”, Fraternità di Lessolo, Santa Croce onlus, Culturale Rosse Torri, la Caritas Diocesi di Ivrea e le Officine del Terzo Settore hanno sottoscritto una lettera-appello a tutti i sindaci del Canavese sulla situazione delle carceri, con particolare riferimento a quello di Ivrea. L’incontro è previsto domani, lunedì 7 ottobre, dalle 15:00 alle 18:00, presso il Polo Formativo Officina H – Facoltà Infermieristica di Ivrea.

«Il 18 marzo il presidente della nostra Repubblica, fondata sul lavoro, ha lanciato un appello a intervenire per rendere il nostro sistema penale rispettoso della dignità delle persone recluse, coerente con le leggi e con la nostra Costituzione e, aspetto non secondario e conseguente, capace di concorrere alla edificazione di una comunità più sicura nel rispetto delle leggi e della convivenza. Un appello ripetuto spesso in questi mesi, un appello che non ha trovato, secondo noi una adeguata accoglienza e risposta da parte del Governo e del Parlamento. Noi siamo testimoni del progressivo degrado del sistema penale del nostro Paese, e delle pesantissime condizioni di vita, e anche di lavoro, delle persone recluse o che vi lavorano. Noi siamo testimoni e sentiamo la responsabilità di partecipare alla azione educativa, ma sentiamo anche il dovere di dire forte che oggi tale azione è quasi impossibile».

Il carcere di Ivrea

«Le carceri sono troppo piene di persone ma soprattutto sono troppo vuote di attività, e di proposte che generino speranze, producano cambiamento e, quindi, sicurezza. Nel carcere di Ivrea operano 2 (due) educatrici per più di 250 persone detenute! Poche altre figure sono dedite ad attività educative: mai così poche in passato! Mancano anche figure amministrative: la tipografia che, dagli anni ’80, lavora all’interno non lavora per clienti esterni perché non c'è personale sufficiente per emettere le fatture per i servizi prestati! Spesso attività culturali, educative, ricreative che le nostre associazioni di volontari propongono, anche con la partecipazione di persone e gruppi del territorio, non sono realizzate perché manca personale. Da anni la maggiore biblioteca è chiusa ed è sospeso il fruttuoso rapporto che esisteva con la Biblioteca Comunale per accesso ai libri e quale occasione di volontariato: succede a Ivrea capitale italiana del libro 2022!»

L'appello

«Per questo ci rivolgiamo a Voi che siete una importante rappresentanza delle nostre Comunità che hanno nella propria storia e nella propria cultura, forte la considerazione per il lavoro e la formazione e la crescita della persona come indispensabili ingredienti di comunità coese e sicure. La condanna all’ozio a cui sono sottoposte le persone detenute contiene questo chiaro e distruttivo messaggio: “non pensiamo possiate avere un ruolo positivo nella comunità! Non ci fidiamo di voi! Da voi non ci aspettiamo niente di buono!” Questo è un messaggio sbagliato e dannoso che genera disperazioni e inimicizia. Buona parte della nostra azione di volontari in carcere è rivolta, invece, a proporre un ruolo positivo, utile a sé e alla comunità. Possiamo farlo assieme? Ve lo chiediamo convinti che ciò sia utile per tutta la comunità. Già in passato diversi Comuni hanno organizzato attività di volontariato, cantieri di lavoro e lavori socialmente utili per l’impiego di persone detenute nel carcere di Ivrea, ammesse alla attività esterna. Oggi ci risultano essere attuati dai Comuni di Borgiallo, Chiesanuova, Ivrea e Vidracco. Possiamo fare di più?»

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