A Ivrea la prima casa circondariale che prepara le pizze a cuore
La direttrice del carcere Alessia Aguglia: «Con i giochi della gentilezza abbiamo provato a regalare ai nostri detenuti un momento di normale convivialità»
A Ivrea la prima casa circondariale che prepara le pizze a cuore
“Costruiamo Gentilezza”
Domenica 29 settembre la casa circondariale di Ivrea, aderente al progetto nazionale “Costruiamo Gentilezza”, ha inaugurato al proprio interno una pizzeria della gentilezza, la prima in un carcere. Presenti, con il comandante Gambino e la direttrice del carcere Alessia Aguglia, anche l’assessora di Ivrea Gabriella Colosso, gli assessori alla Gentilezza Daniela Ferro di Bollengo ed Erina Patti di Quincinetto e il garante dei detenuti locale Orso Giacone Raffaele e Rachela Murdocca con Jessica Garzin in rappresentanza di Sogni Scalzi.
Pizze a forma di cuore
L’impegno preso è quello di preparare le pizze a forma di cuore su richiesta a prezzo di listino invariato. A insegnare al pizzaiolo del carcere a fare le pizze a forma di cuore è stato Gabriele Santo, pizzaiolo professionista presso l’Aquila Nera, anch’essa Pizzeria della Gentilezza. Tony Cuomo e la figlia Antonietta, proprietari della celebre pizzeria, sono stati sin da subito entusiasti di partecipare all’iniziativa. I primi a degustare le pizze a forma di cuore sono stati gli agenti della polizia penitenziaria. Un pomeriggio di giochi della gentilezza con mamma e/o papà rivolto ai detenuti e ai loro figli minorenni ha lasciato spazio alla cena. I ragazzi, disposti in una lunga tavolata, hanno potuto vivere con i propri genitori un momento di serenità e unità familiare mangiando pizze (oltre 50) a forma di cuore. Dopodiché la direttrice Alessia Aguglia e il coordinatore di “Costruiamo Gentilezza” Luca Nardi hanno sottoscritto il menù “Pizza & Gentilezza” con cui vengono riconosciute le pizzerie gentili.
Il commento della direttrice del carcere
La direttrice Alessia Aguglia, a conclusione dell’iniziativa, ha affermato: «La gentilezza è una forma di cultura comportamentale, occorre avere il coraggio di diffonderla e praticarla, anche all’interno di un carcere, ritengo che possa contribuire validamente ad una effettiva risocializzazione del detenuto. Con i giochi della gentilezza abbiamo provato a regalare ai nostri detenuti un momento di “normale convivialità”, per la prima volta, si sono svolti all’interno un carcere e grazie a essi le famiglie hanno potuto vivere insieme un pomeriggio di serenità e spensieratezza, anche attraverso la pizza a forma di cuore, simbolo di amore, che è stata un’opportunità per i detenuti di sentirsi più vicini ai propri familiari».