Emergenza cinghiali, Coldiretti: «Servono almeno 20mila abbattimenti ogni anno senza zona franche per gli animali»
Incidenti causati dagli ungulati e Colture devastate
Emergenza cinghiali, Coldiretti: «Servono almeno 20mila abbattimenti ogni anno senza zona franche per gli animali»
Emergenza cinghiali
Un nuovo incidente stradale contro un branco di cinghiali. Di nuovo sulla Torino-Quincinetto-Aosta, che attraversa il cuore del Canavese, nella stessa tratta di due anni fa quando il 30 ottobre del 2022 un’auto rimase distrutta e la conducente uscì illesa per un soffio. Questo episodio è solo l’ennesimo di uno stillicidio che non fa nemmeno più notizia con un bilancio impressionante che tocca tutte le strade statali, provinciali e comunali del Torinese.
Il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici
«Questo nuovo incidente stradale causato dall’attraversamento di questi animali – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – dimostra che il problema cinghiali non riguarda soltanto gli agricoltori ma tutti i cittadini. Una situazione non più tollerabile. Città Metropolitana e gli Ambiti territoriali di caccia devono raggiungere gli obiettivi di depopolamento fissati anche per tenere lontano dai boschi della provincia di Torino il virus della Peste suina africana. Servono almeno 20mila abbattimenti ogni anno senza zona franche per gli animali».
Area dei 5 Laghi
Coldiretti Torino ricorda che proprio nel Canavese, nell’area dei 5 Laghi di Ivrea dopo la sospensione degli abbattimenti dei cinghiali in seguito all’istituzione del nuovo Parco si è creata una “zona di protezione” dei cinghiali che ora Città Metropolitana con pochi interventi fatica a depopolare. «Una situazione simile la stiamo vivendo in molti parchi del Torinese, soprattutto in quelli gestiti dalla Città Metropolitana ma anche nelle zone di preparco delle aree protette regionali come accade alla Mandria. In quella zona sono continui i danni alle colture e continui anche gli incidenti. Eppure non si possono utilizzare i selecontrollori per gli abbattimenti. Siamo stufi che questo problema non sia affrontato come una vera emergenza: non si tratta di dare un contentino agli agricoltori esasperati ma di difendere l’incolumità dei cittadini».