Delitto della piccola Perla, l'avvocato della mamma: «No, non sarà un nuovo caso Franzoni»
Parla Wilmer Perga, l’avvocato difensore di Carola Finatti dopo la tragedia del 22 novembre. Alla donna negato, per ora, il permesso d’incontrare i suoi familiari
Delitto della piccola Perla, l'avvocato della mamma: «No, non sarà un nuovo caso Franzoni», Parla Wilmer Perga, l’avvocato difensore di Carola Finatti dopo la tragedia del 22 novembre. Alla donna negato, per ora, il permesso d’incontrare i suoi familiari.
«No, non sarà un nuovo caso Franzoni»
Fragile, impaurita, coperta di bende e cerotti, a testimonianza dei tagli provocati dalla lama di quel coltello impugnato per farla finita nel maledetto venerdì 22 novembre. Carola Finatti, 34 anni, si trova ancora nel reparto detenuti dell’ospedale Molinette di Torino. Il suo legale di fiducia, l’avvocato torinese, di grande esperienza forense, Wilmer Perga le ha fatto visita venerdì 6 dicembre: «Vorrebbe incontrare i familiari per cercare di sbloccarsi anche emotivamente ma, almeno per ora, il permesso le è stato negato. Carola cerca di ricordare quanto accaduto ma al momento persiste il blackout mentale tanto da non rammentare neppure di essersi ferita con il coltello da cucina al torace e al collo. I suoi ricordi si fermano alla preparazione del bagnetto per Perla...». Intanto la Procura di Ivrea ha nominato un perito medico-legale che la visiterà per accertarne le condizioni.
Blackout mentale
Avvocato Perga ma se le chiedessero “Si va verso un nuovo caso Annamaria Franzoni?” (il delitto di Cogne dove nel 2002 la mamma uccise il figlio Samuele di 3 anni ma negò sempre l’infanticidio ndr) Lei cosa risponderebbe?
«No, questa è tutta un’altra storia. Per quanto riguarda Carola siamo davanti a un vero e proprio caso di depressione post partum. La scorsa settimana sono stato contattato telefonicamente da alcuni psichiatri che, letta la notizia, mi hanno confermato che il suo stato attuale di “black out mentale” è perfettamente compatibile con la depressione post parto. Insomma ci sono tutti i sintomi. La mia assistita era in cura e chiedeva addirittura di essere ricoverata ma... Questo è un capitolo che affronteremo prossimamente».
La depressione
Infatti la 34enne era già seguita da diverso tempo da professionisti perché soffriva di depressione e il marito, insieme ai nonni della piccola, avevano provato a supportarla in ogni modo e a lasciarla da sola il meno possibile. Consapevole del suo stato di salute, la donna, con il suo legale, ha spiegato nell’interrogatorio del 29 novembre agli inquirenti rappresentati dal pubblico ministero Elena Parato con il gup Andrea Cavoti,, entrambi della Procura di Ivrea, che sapeva di non stare bene e che non sarebbe stata in grado di gestire da sola quel periodo della sua vita. Nonostante lei e il compagno Antonio avessero tanto desiderato essere genitori. Aveva paura e per questo motivo, lo scorso agosto, aveva chiesto di essere ricoverata in una struttura, ma quella richiesta sarebbe caduta del vuoto... Intanto si apprende che il funerale della piccola Perla, di neppure 10 mesi, è stato celebrato dalla famiglia in forma strettamente privata.