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Al Castello di Castellamonte la prima messa dopo 100 anni

A celebrare la funzione nella Cappella dell’Assunta ristrutturata, il Vescovo di Ivrea, Monsignor Daniele Salera

Al Castello di Castellamonte la prima messa dopo 100 anni
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Al Castello di Castellamonte la prima messa dopo 100 anni. A celebrare la funzione nella Cappella dell’Assunta ristrutturata, il Vescovo di Ivrea, Monsignor Daniele Salera.

Al Castello di Castellamonte

E’ un evento indiscutibilmente storico quello avvenuto la mattina di mercoledì scorso, 28 maggio, al Castello di Castellamonte («Il luogo più incantevole della città», come l’ha definito il sindaco Pasquale Mazza). Un evento che ha fatto risuonare secoli di storia e tradizione, un ritorno al passato che tuttavia non è culto delle ceneri ma arricchimento culturale e spirituale nel presente e per il futuro.

La prima messa dopo 100 anni

Nella Cappella dell’Assunta, collaterale all’antica dimora che dall’alto domina la capitale canavesana della ceramica, è stata infatti celebrata la prima messa dopo circa 100 anni: a presiederla, con l’Arciprete di Castellamonte don Angelo Bianchi, nientemeno che il Vescovo di Ivrea, Monsignor Daniele Salera. L’occasione di tale speciale circostanza è stata la cerimonia per festeggiare il completamento dei lavori di restauro della chiesetta: un lungo e complicato intervento iniziato nel 2023 grazie ad un finanziamento Pnrr per il recupero di beni storici e artistici e ultimato solo di recente, che ha visto impegnati diversi specialisti di altissimo profilo e che ha ridato vita e splendore al vero «cuore» spirituale della città.

La storia

Già, perché la Cappella del Castello rappresentò per lungo tempo un luogo di culto di grande rilevanza per il territorio: per tutto il Seicento e il Settecento i vescovi eporediesi vi si recavano a dire messa in alcune occasioni particolari (ed ecco che la liturgia celebrata da Monsignor Salera si rifà allora ad una precisa usanza che per molti anni interessò la chiesetta), e da lì gli arcipreti di Castellamonte erano soliti impartire la benedizione su tutta la città. Oltre all’aspetto religioso-spirituale - come ha ricordato Tomaso Ricardi di Netro, membro della famiglia di nobile lignaggio che tutt’oggi detiene la proprietà del Castello, e principale promotore dell’iniziativa - il restauro della Cappella è importante anche per l’elemento “identitario” (essa domina da sempre sulla città, è punto focale immediatamente visibile entrando a Castellamonte che si provenga da Rivarolo, Cuorgnè o da Ivrea) e artistico-culturale, nella misura in cui è stato riscoperto e recuperato anche il grandioso altare dipinto - , unico esempio di “architettura effimera” in Canavese - ideato dal noto architetto al servizio dei Savoia Amedeo di Castellamonte (1613-1683) che all’epoca era proprietario del Castello e che curò anche il rinnovamento architettonico della Cappella, della cui esistenza si ha testimonianza dalla fine del Quattrocento.

Il lavori di reastauro

Il processo di ristrutturazione non è stato privo di sfide e difficoltà. Come hanno spiegato l’architetto progettista Marialuce Reyneri di Lagnasco e la docente all’Università dell’Insubria Laura Facchin in una breve conferenza stampa seguita alla messa, la Cappella era infatti in stato di abbandono di diversi decenni. L’intervento - realizzato dalla cooperativa Koinè - ha quindi riguardato innanzitutto la ripassatura e la messa in sicurezza delle coperture e il sistema di raccolta delle acque, dopodiché ci si è concentrati sul restauro dei paramenti murari in pietra, della facciata esterna e del campanile (recuperando gli intonaci storici). La fase più complicata è stata il restauro degli interni, che presentavano una condizione di degrado molto avanzato con un serio problema di umidità e presenza di sali e muschio. Inoltre, è stato restaurato il portone, la balconata lignea e la macchina d’altare. Importante è stato anche il lavoro di documentazione per riportare il più possibile la chiesetta al suo aspetto originario. Grazie alla collaborazione di Roberto Perino de La Castellamonte sono stati riproposti i vasi di terracotta nella facciata, da tempo scomparsi.

Il sindaco Mazza

Tra i presenti all’inaugurazione anche la capodelegazione Fai Ivrea e Canavese Nella Falletti Geminiani e il sindaco Mazza. «Oggi sono doppiamente felice - ha commentato quest’ultimo -: in quanto primo cittadino e in quanto cattolico. Auspico che alla rinascita di questo luogo di culto possa accompagnarsi anche una rinascita spirituale della nostra società». Se tale auspicio si avvererà è arduo a dirsi; di certo, però, riprenderà con una certa regolarità la vita religiosa della Cappella: in essa, infatti, si tornerà a celebrare messa almeno una volta all’anno.

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