«Siamo sotto attacco». Coltivazioni distrutte dalla Popillia japonica
Il sindaco Fausto Francisca: «A breve indicazioni per affrontare l'emergenza»

«Siamo sotto attacco». Coltivazioni distrutte dalla Popillia japonica
L'allarme
«Siamo sotto attacco della Popillia japonica». Così il sindaco Fausto Francisca lancia l’allarme riguardo la presenza infestante di «un insetto che sta devastando frutteti, vigne, orti, aiuole, distruggendo tutto». Questo parassita infatti si nutre di numerose specie di piante, tra cui alberi da frutto, vite, nocciolo, piccoli frutti, mais, soia, piante ortive e ornamentali (esempio melanzana, basilico, rosa, glicine), essenze forestali e specie selvatiche (es. tiglio, betulla, olmo, rovo, ortica). «Da tempo esiste – prosegue Francisca - ma solo quest'anno si è diffusa in maniera preoccupante anche nella nostra zona.
L'intervento della Regione
La Regione Piemonte, interpellata in merito, conferma che è diffusissima e che la lotta per debellarla è in atto. L’assessore Paolo Bongiovanni ci ha confidato che, proprio in questi giorni, è stato deliberato un bando di due milioni di euro ma, ha evidenziato, è una lotta da affrontare tutti insieme. E l'affronteremo. Nei prossimi giorni – annuncia Francisca - daremo indicazioni a tutti i cittadini sulle modalità per affrontare l'emergenza pompiglia». Il Comune di Tavagnasco, già a fine maggio, ha pubblicato sul sito web dell’ente l’aggiornamento del piano regionale d’azione 2025 con tutte le informazioni utili che è consultabile anche sul sito della Regione Piemonte.
La Popillia japonica
La Popillia japonica, specie esotica invasiva e molto dannosa per diverse colture, è presente in Italia dal 2014, con una diffusione che si è estesa rapidamente nel Nord Italia. L'insetto è stato inizialmente rilevato nel Parco del Ticino, tra Lombardia e Piemonte, e da allora ha continuato a diffondersi, favorita dalle condizioni climatiche, dalla presenza di piante ospiti e dall’assenza di nemici naturali, nel tempo il coleottero – noto come «scarabeo giapponese». Attualmente, la zona infestata comprende Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia e, in parte, Emilia-Romagna, con un'area complessiva di circa ventimila km quadrati e una diffusione che avanza a un ritmo di 10 chilometri ogni anno.