La Bocciofila Sanbenignese cerca una nuova “casa”, ma rifiuta gli spazi gratuiti al piano terra di Villa Volpini: «Locali inadeguati alle esigenze dei soci»
Bocciofila Sanbenignese
A distanza di circa tre settimane quanto era stato preannunciato sulle colonne de Il Canavese non sembra aver subito rettifiche: dallo scorso 31 luglio la Società Bocciofila Sanbenignese ha cessato le proprie attività presso il bocciodromo di viale Lombardore. Struttura per la quale, insieme all’adiacente campo sportivo, è in preparazione un nuovo bando relativo alla gestione (dopo che quello dello scorso maggio era andato deserto). La motivazione fornita dall’associazione per una tale, drastica, decisione ha a che fare con l’incertezza circa il futuro del sodalizio all’interno dell’impianto, soprattutto dopo che diversi spazi di quest’ultimo sono stati dichiarati inagibili necessitando, pertanto, di importanti lavori di ristrutturazione e manutenzione. L’abbandono del bocciodromo non coincide però, almeno per il momento, con uno scioglimento della Società, la quale è attualmente in cerca di una nuova sede. Nonostante i numerosi suggerimenti in tal senso, l’Asd non sembra interessata ad usufruire della Casa della Associazioni presso Villa Volpini che – sulla carta – offrirebbe spazi riscaldati e gratuiti dove i soci potrebbero continuare a ritrovarsi per chiacchierare e giocare a carte. «Ho proposto ai nostri associati di provare a utilizzare la Casa delle Associazioni, ma mi hanno spiegato che quei locali non rispondono alle loro esigenze – riferisce la presidente Gina Fiore – Al momento siamo in contatto con realtà di altri paesi per trovare una nuova sistemazione».
La “campana” del sindaco
Dal canto suo, il sindaco Alberto Graffino si è detto «molto dispiaciuto che si lamenti di non avere spazi rifiutandone però di gratuiti e oggettivamente adeguati», aggiungendo: «C’è bisogno di un bar da gestire per poterli accettare?» Il primo cittadino specifica poi che «l’amministrazione ha ereditato tre anni fa una situazione decisamente complessa e compromessa derivata da una storia trentennale avviata ad una parabola discendente. In generale sono convinto che quando una situazione non funziona a volte è necessario ripartire da zero con una base solida di partenza e non prolungarne artificiosamente la prosecuzione».
Interlocuzioni in corso
Graffino, inoltre, smentisce il rischio che l’impianto possa cadere in uno stato di abbandono: «Questa amministrazione ha affidato da tempo al’Ufficio Tecnico il compito di bandire, e nel frattempo stiamo incontrando realtà interessate. Quasi tutte non escludono di mantenere alcune piste da bocce e sale aggregative, quindi chi frequentava ora potrà rifrequentare». E ancora: «Chiunque gestirà l’area, comunque, dovrà farlo rimboccandosi le maniche e contribuendo al suo sviluppo, ed essendo autosufficiente, senza sperare in un sostegno dalla pubblica amministrazione. Non si dovrà si voglia sfruttare l’area per lucro, ma per produrre ricchezza da reinvestire sull’area stessa a vantaggio della comunità. Specialmente in un area che il PRGC indica come esondabile e da delocalizzare. Se poi nessuno vorrà utilizzare quell’area – conclude il sindaco – vorrà dire che si ragionerà su un uso differente».