L'operazione

Con l’esplosivo faceva saltare per aria i bancomat della zona: arresto a Pont

Con la tecnica della «marmotta» riusciva a scardinare i distributori di banconote

Con l’esplosivo faceva saltare per aria i bancomat della zona: arresto a Pont

Con l’esplosivo faceva saltare per aria i bancomat della zona: arresto a Pont

L’arresto

Sarà per la sua conoscenza per il territorio – residente a Torino ha il domicilio in un appartamento di Pont Canavese – che sono diversi i «colpi» che gli vengono attribuiti. Colpi, nel vero senso della parola, visto che al 48enne finito in carcere gli vengono addebitati alcuni furti ai bancomat con il metodo della «marmotta», ovvero attraverso l’ausilio di esplosivo. Per questo motivo i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torino indicano l’uomo come uno dei presunti autori dei furti di bancomat. E sono stati i militari della seconda sezione del Nucleo Investigativo di Torino, coordinati dalla Procura di Ivrea, che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un uomo italiano di 48 anni perché gravemente indiziato di “furti ai danni di Atm con congegni esplosivi artigianali” con il metodo della cosiddetta “marmotta”.

L’attività investigativa

L’attività investigativa, fatta di pedinamenti e appostamenti con servizi di osservazione vecchio stampo e con l’ausilio di mezzi tecnici, nasce dal furto avvenuto il 24 gennaio 2024 in danno dello sportello bancomat delle Poste Italiane di Castagneto Po. Nell’occasione i carabinieri hanno ritrovato elementi di indagine che hanno permesso di accertare il presunto coinvolgimento dell’uomo in diversi colpi messi a segno tra il 2023 e il 2024 in alcuni sportelli bancomat della provincia di Torino. Canavese compreso.

I furti

I furti, erano tutti studiati nei minimi particolari e avvenivano sempre mediante l’utilizzo di autovetture rubate e servendosi di un manufatto artigianale chiamato in gergo “marmotta”, nome probabilmente dato perché il fischio che l’ordigno emette poco prima della deflagrazione ricorda appunto la marmotta. Sostanzialmente l’ordigno veniva inserito con forza all’interno dell’erogatore di banconote e fatto esplodere per mezzo di un innesco elettrico dato dal collegamento con una batteria per auto. La deflagrazione provocava la rottura della cassaforte automatica permettendo ai malfattori di sottrarre il denaro contante custodito al suo interno. L’uomo, gravemente indiziato, espletate le incombenze di rito, è stato accompagnato presso il carcere di Ivrea; il provvedimento è allo stato di indagine preliminari e, pertanto, vige la presunzione di non colpevolezza.