Il presidio

Medici senza stipendio, il caso al Pronto soccorso di Cuorgnè

La società (ora in crack) che gestiva i «gettonisti» del presidio finisce in tribunale per mancati pagamenti

Medici senza stipendio, il caso al Pronto soccorso di Cuorgnè

Medici senza stipendio, il caso al Pronto soccorso di Cuorgnè

Il fatto

Nel 2023 era l’azienda esterna alla quale l’Asl To4 aveva affidato, previa gara d’appalto, la gestione di quello che era allora il Punto di Primo intervento dell’ospedale di Cuorgnè. Adesso è in crisi aziendale e risulta che non abbia pagato il dovuto a molti dei medici che vi hanno lavorato. Si tratta della Air Medical, azienda nata per fornire trasporto medico aereo e che nel periodo Covid estese la propria attività all’effettuazione dei tamponi all’interno dell’aeroporto di Caselle (e in rete si trovano ancora commenti di utenti… non sempre soddisfatti). Iniziò quindi a espandere ancora più i propri interessi partecipando a bandi per la gestione esterna di attività all’interno di ospedali pubblici, tra i quali proprio quello di Cuorgnè, ma anche all’Azienda Sanitaria Locale “Città di Torino”.

Il commento dell’Asl

Il rapporto con l’azienda sanitaria canavesana viene spiegato dall’Asl stessa: «Era stata aggiudicata una gara d’appalto all’AIR Medical a inizio 2023, quando era stato riaperto il Pronto Soccorso di Cuorgnè (ai tempi come Punto di Primo Intervento-PPI) dopo il periodo Covid; la loro attività presso il PPI di Cuorgnè era durata circa un anno (sostanzialmente per il 2023). L’Asl To4 aveva regolarmente pagato la società in questione per le prestazioni fornite». Già nel 2023 iniziarono problemi con gli appalti in essere, tanto che Città della Salute, a maggio, lamentava la mancata copertura di turni. Adesso sono almeno una dozzina i medici che si sono rivolti al Tribunale di Torino per cercare di rientrare di quanto loro dovuto. Il loro contratto funzionava “a chiamata” (i così detti “gettonisti”) e a fronte di turni di 12 ore sarebbe spettato loro un “gettone” di 850 euro lordi… soldi che hanno prima iniziato ad arrivare in ritardo per poi non arrivare affatto. Una situazione che, per chi è contrario all’inserimento di gestioni private all’interno della sanità pubblica, sembra dimostrare il proprio pensiero.

Il coordinatore del Comitato

Evidenzia, così, il punto Riccardo Tessarini, coordinatore del Comitato per la riapertura del Pronto soccorso di Cuorgnè: «Il fallimento di Air Medical è la conferma del fallimento di un sistema marcio fino alle fondamenta: il sistema delle privatizzazioni e del ricorso a personale medico gettonista con soldi pubblici. Sono riusciti a svuotare le casse di Asl To4 e allo stesso tempo a non pagare stipendi agli stessi medici che agivano in quel Sistema. Come Comitato abbiamo sempre lottato per la Sanità Pubblica e Universale. I fatti crudi ci stanno dando ragione».

L’intervento della sindaca

Sul tema interviene anche la sindaca di Cuorgnè Giovanna Cresto che si dice dispiaciuta, soprattutto perché i mancati pagamenti si riferiscono anche a turni fatti a Cuorgnè, «Nonostante l’azienda fosse stata regolarmente pagata dall’Asl To4. Si tratta tuttavia di una vicenda interna all’azienda privata che, anche grazie alla professionalità e serietà dei medici che hanno lavorato nella nostra struttura, a cui va il nostro sostegno, non ha mai pregiudicato il servizio». Per Cresto l’auspicio è che non si debba, in futuro ricorrere a gettonisti, anche se, comunque, questi, ricorda, «Sono coordinati dal responsabile di struttura, il dottor Gianluca Lanfranco, dipendente ASL e nostro punto di riferimento: grazie a una collaborazione reciproca in questi due anni dalla riapertura diverse sono state le iniziative e le azioni portate avanti con l’amministrazione comunale di Cuorgnè».