Piazzale Ghandi a Leini è diventato area non autorizzata per i camper: sostano ma non ci sono gli scarichi. I residenti preoccupati per il bivacco irregolare e per lo più senza le attrezzature.
Piazzale Ghandi a Leini è diventato area non autorizzata per i camper
Nei mesi estivi, piazzale Gandhi, compreso tra l’omonima via e via Gobetti, è stato trasformato in un’area di sosta non ufficiale per camper e furgoni attrezzati. Il fenomeno, amplificato dalla pubblicità su siti specializzati del settore camperistico, ha attirato decine di mezzi ricreazionali durante i mesi di giugno e settembre, sollevando preoccupazione tra i residenti della zona. Non si tratta di un’area camper attrezzata con servizi di rifornimento idrico o scarico delle acque reflue, bensì di un semplice parcheggio pubblico che ospita stabilmente autocaravan di varie dimensioni. I cittadini della zona hanno iniziato a manifestare inquietudine per questioni legate alla sicurezza e alla tutela della privacy.
La preoccupazione dei residenti
«Vedendo questi enormi veicoli parcheggiati sotto casa per giorni, alcuni con occupanti che vi soggiornavano stabilmente, ci siamo preoccupati – spiega un residente della zona. Non è normale che un piazzale pubblico diventi un campeggio improvvisato». Allo stato attuale, Leinì non dispone di un’area camper pubblica ufficialmente destinata a tale scopo. Esistono solo alcuni parcheggi privati e rimesse a pagamento, ma manca una struttura comunale attrezzata per accogliere questo tipo di turismo sempre più diffuso. Questa carenza infrastrutturale spinge inevitabilmente i camperisti a cercare alternative improvvisate negli spazi pubblici disponibili.
La legge
Dal punto di vista normativo, la situazione presenta diverse criticità. L’articolo 185 del Codice della Strada stabilisce che i camper sono equiparati, ai fini della circolazione stradale, a qualsiasi altro veicolo; quindi, possono sostare nei parcheggi pubblici come le normali autovetture. La normativa prevede, invece, specifici divieti per i camper. È per esempio vietato lo scarico dei residui organici e delle acque chiare e luride su strade ed aree pubbliche al di fuori di appositi impianti di smaltimento igienico-sanitario. Questo aspetto è particolarmente delicato quando la sosta si prolunga per diversi giorni consecutivi. L’utilizzo prolungato di uno spazio pubblico come area di sosta permanente può inoltre configurarsi come occupazione abusiva di suolo pubblico, soprattutto quando i mezzi restano fermi per periodi superiori alle normali esigenze di transito turistico. Al di là degli aspetti strettamente normativi, resta aperta la questione del decoro urbano e della vivibilità per i residenti. Un piazzale trasformato de facto in area camper senza alcuna regolamentazione può creare disagio ai residenti, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, l’igiene e il rispetto degli spazi comuni. L’amministrazione comunale dovrà presto affrontare questa problematica trovando un equilibrio tra le esigenze del turismo camperistico, in crescita costante, e quelle dei cittadini residenti che chiedono maggiore controllo e regolamentazione del territorio. Una soluzione potrebbe essere la creazione di un’area camper ufficiale, anche a pagamento, a tempo e videosorvegliata (affinché non divenga un accampamento, dotata dei necessari servizi, che consentirebbe di canalizzare questo flusso turistico in modo organizzato e rispettoso delle norme vigenti.