il processo

Tassista schiacciato dall’albero: chiesta la condanna dei tre tecnici dell’Anas

Ezio Cauda vittima il 7 agosto 2022 a Pino Torinese. L’accusa è di omicidio stradale colposo

Tassista  schiacciato  dall’albero: chiesta la condanna  dei tre tecnici dell’Anas

Tassista schiacciato dall’albero: chiesta la condanna dei tre tecnici dell’Anas. Ezio Cauda vittima il 7 agosto 2022 a Pino Torinese. L’accusa è di omicidio stradale colposo.

Tassista schiacciato dall’albero

Sono accusati di omicidio stradale colposo tre tecnici dell’Anas (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade). La tragedia accadde a Pino Torinese. Per la Procura di Torino la morte del tassista non fu una fatalità, si poteva evitare: «Lungo la statale si registravano ovunque alberi a rischio cedimento e c’erano già stati plurimi cedimenti. C’era una situazione di pericolo che imponeva particolare attenzione, ma l’obbligo di intervento fu ignorato».

I fatti

Ezio Cauda, 56 anni, apprezzato musicista, il 7 agosto 2022 era alla guida del suo taxi lungo la vecchia strada del Pino quando durante un violento temporale un pioppo cadde improvvisamente sulla carrozzeria centrando in pieno il lato guida della Fiat Tipo, facendone un ammasso di lamiere. Il tassista morì sul colpo mentre la passeggera ne uscì miracolosamente illesa.

Chiesta la condanna dei tre tecnici dell’Anas

Mercoledì 29 ottobre 2025 il pm Patrizia Gambardella ha chiesto tre condanne per quella morte sul lavoro: un anno e 4 mesi per il capo cantoniere e il capo nucleo di Anas, cui spettava la sorveglianza di quel tratto di statale, e due anni per il capo del centro di manutenzione. A processo ci sono anche le proprietarie del terreno dove sorgeva l’albero caduto, ma per loro il pm ha chiesto l’assoluzione. L’accusa è omicidio stradale in cooperazione colposa.

Situazione di pericolosità

Già prima dell’agosto 2022: «C’era una situazione di pericolosità documentata dai rapportini giornalieri e dalla corrispondenza di Anas. Una situazione macroscopica evidente e risalente almeno al 2021». L’incidente andrebbe perciò ascritto a: «Una serie di concause naturali e umane tutte dipendenti dalle condotte omissive degli imputati», che nelle rispettive vesti erano: «Garanti della viabilità». Il pm ha passato in rassegna i crolli che si registrarono nei mesi precedenti allo schianto del pioppo. Il 1 settembre 2021 un albero cadde su un’abitazione e il caponucleo scrisse a un’impresa di manutenzioni segnalando: «La necessità di abbattere le alberature pericolanti». E ancora. Il 22 il capocantoniere segnalò la presenza di: «Quattro alberi secchi da tagliare con urgenza vista la vicinanza alla sede stradale». A ottobre sempre lui scrisse a un tecnico del Comune parlando di un potenziale: «Pericolo per la circolazione». Lo stesso consulente della procura, il fitopatologo Paolo Gonthier, censirà ben: «68 alberi disseccati, in piedi» nel corso dei sopralluoghi. La requisitoria ha menzionato anche l’ordinanza del 19 agosto, con cui il comune di Pino Torinese fece abbattere ben 99 alberi poco distanti da quello caduto. Per il pm era quello: «il comportamento alternativo o lecito» che gli imputati avrebbero dovuto adottare o sollecitare in ottica preventiva. Secondo i consulenti il pioppo, sebbene non desse segni evidenti di cedimento, era: «Gravemente compromesso sotto il profilo fitopatologico e fitostatico» e questo ne suggeriva: «L’abbattimento» da parte di «tecnici esperti».

Nel processo i familiari di Ezio Cauda si sono costituiti parte civile con l’avvocato Fabio Ghiberti. Le difese (rappresentate, tra gli altri, dagli avvocati Giulio Calosso e Maria Grazia Pellerino) sostengono che vi sono dei dubbi sulla proprietà effettiva dell’area in questione.

di Redazione