Grimaldi a Cuorgné parla della nuova legge di bilancio e lancia l’allarme: “Sul territorio persi già 35 mila posti di lavoro”.
Grimaldi a Cuorgné
Ha partecipato anche una buona rappresentanza del Canavese allo sciopero generale indetto dalla Cgil nazionale per venerdì 12 dicembre. E il giovedì precedente presso la Camera del Lavoro di Cuorgné, lo Spi-Cigl Alto Canavese e la sezione locale di Alleanza Verdi Sinistra avevano voluto incontrare i cittadini per spiegare le ragioni di tale mobilitazione. Per farlo, sono stati invitati nientemeno che Marco Grimaldi (di origini canavesane), deputato Avs e vicecapogruppo alla Camera, e Lino Malerba, segretario generale Fiom-Cigl Piemonte. Già il titolo della serata era tutto un programma: “Contro la finanziaria. Perché la legge di bilancio peggiorerà le condizioni del paese”; e le criticità della finanziaria sono state in effetti il tema fondamentale dell’assemblea fin dall’introduzione affidata ad Aurelio Lucco Castello, segretario dello Spi-Cgil Alto Canavese, e a Gabriele Pascuzzi, segretario del circolo Sinistra Italiana Alto Canavese. «Siamo di fronte ad una manovra ingiusta, che, come ha evidenziato il presidente dell’Istat in audizione di fronte alle commissioni Bilancio Senato e Camera, destina l’85% delle risorse del taglio dell’IRPEF ai due quintili più ricchi della distribuzione del reddito – hanno affermato i due “padroni di casa” -. Secondo alcuni calcoli, inoltre, sarebbero circa 25 i miliardi sottratti a lavoratori dipendenti e pensionati attraverso il meccanismo del fiscal drag, soldi che non risultano essere stati investiti nel Welfare”.
Verso un economia di guerra
Il sottotema, ma in realtà questione fondamentale, è stato quello dell’”economia di guerra” verso cui l’Italia si starebbe muovendo: «Il Governo Meloni ha imboccato una strada molto diversa da quella della protezione sociale per i cittadini e le cittadine italiane: ha scelto la strada del riarmo per costruire un’economia di guerra, a scapito di sanità, scuola, lavoro e salari». Come ha anche sottolineato Grimaldi, «In un’economia di guerra, tutto quello che è economia di pace viene meno», mentre Malerba ha evidenziato come «Più che economia di guerra bisogna parlare di economia delle lobby delle armi americane, perché gli impegni sono verso gli Stati Uniti; non c’è in programma una vera riconversione dell’economia in senso bellico” Insomma «Neanche per la guerra siamo buoni». E tutto ciò riguarderebbe anche il territorio: «Abbiamo il problema dell’automotive, ma questo governo non se n’è occupato. Abbiamo perso 35mila posti di lavoro nella provincia di Torino nell’indotto della componentistica auto», ha ricordato ancora Malerba. La partita è politica e culturale: «Bisogna che la sinistra torni a fare il suo mestiere – ha concluso Grimaldi -. Contro un agire politico che continua a mettere gli ultimi contro i penultimi». E ancora sul riarmo: «Questo è il momento più difficile della traversata delle opposizioni. Dobbiamo uscire da questa discussione senza farci chiamare pacifinti e putiniani».
Sinistra in crisi
L’incontro, proseguito con un confronto con il pubblico, ha poi spostato il proprio focus più in generale sulla profonda crisi della sinistra e sulla sua incapacità, in questo frangente storico, di parlare con le persone. C’è chi, facendo brillare gli occhi dei nostalgici, ha affermato la «necessità di un forte partito socialista in Italia». Pur nello sforzo di lanciare un messaggio di speranza, è piuttosto un senso di amarezza e di sconforto rispetto all’attualità quello che si respirava tra i “compagni” riuniti alla Camera del Lavoro cuorgnatese quel freddo giovedì sera.