Smascherata maxi evasione da 7 milioni di euro
LANZO TORINESE - Un’importante azienda del Ciriacese, operante nel settore pubblicitario, in apparenza sembrava avere tutte le carte in regola per essere indicata come modello di business da seguire. Un volume d’affari di tutto rispetto, più che milionario, le dichiarazioni fiscali formalmente ineccepibili ma con dei ricavi dichiarati troppo bassi per il settore e nessun dipendente.
LANZO TORINESE - Un’importante azienda del Ciriacese, operante nel settore pubblicitario, in apparenza sembrava avere tutte le carte in regola per essere indicata come modello di business da seguire. Un volume d’affari di tutto rispetto, più che milionario, le dichiarazioni fiscali formalmente ineccepibili ma con dei ricavi dichiarati troppo bassi per il settore e nessun dipendente.
LANZO TORINESE - Un’importante azienda del Ciriacese, la Hi-Com, con sede in via Luchino Visconti, nell'area industriale di Ciriè, operante nel settore pubblicitario, in apparenza sembrava avere tutte le carte in regola per essere indicata come modello di business da seguire. Un volume d’affari di tutto rispetto, più che milionario, le dichiarazioni fiscali formalmente ineccepibili ma con dei ricavi dichiarati troppo bassi per il settore e nessun dipendente. Questi ultimi aspetti hanno insospettito la Guardia di Finanza di Torino che, nel corso di una verifica fiscale ha scoperto una vera e propria contabilità parallela. Determinante per ricostruire le vere dinamiche economiche è stato l’acume investigativo dei Finanzieri della Tenenza di Lanzo Torinese, infatti, la società era stata molto attenta a cancellare ogni traccia della propria condotta illecita, ma per risparmiare usava come carta da riciclo proprio le stampe delle mail e dei file compromettenti che con tanta solerzia aveva cercato di far sparire. Il meccanismo fraudolento scoperto era molto complesso in quanto prevedeva l’utilizzo di una ventina di società italiane ed anche estere, tutte riconducibili al compagno, residente a Londra, della titolare dell’azienda. Grazie a queste società compiacenti i costi dei servizi venivano gonfiati a dismisura, pertanto la società, nonostante un elevato volume d’affari, dichiarava redditi che per l’attività svolta possono considerarsi irrisori. Ovviamente, le società utilizzate per la truffa magicamente sparivano, oppure compensavano i ricavi con perdite fasulle. Così facendo gli unici a rimetterci erano i cittadini italiani che si vedevano sottrarre le risorse economiche destinate ai servizi pubblici. Al termine della verifica sono stati constatati oltre 7 milioni di costi indeducibili, 1,5 milioni di IVA indebitamente detratta ed è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ivrea il responsabili dei reati fiscali commessi. Sono tuttora in corso le indagini della Guardia di Finanza tese ad individuare ulteriori complici della truffa e a sequestrare i loro beni a titolo di risarcimento per il danno erariale cagionato.