Al via il processo ai "re" della droga
San Giusto. Dagli inquirenti sono considerati i «re» del narcotraffico. Sono Nicola e Patrick Assisi, padre e figlio, (avvocati Michela Malerba e Mauro Ronco) entrambi latitanti in Brasile, a processo davanti al collegio del Tribunale di Ivrea.
San Giusto. Dagli inquirenti sono considerati i «re» del narcotraffico. Sono Nicola e Patrick Assisi, padre e figlio, (avvocati Michela Malerba e Mauro Ronco) entrambi latitanti in Brasile, a processo davanti al collegio del Tribunale di Ivrea.
San Giusto. Dagli inquirenti sono considerati i «re» del narcotraffico. Sono Nicola e Patrick Assisi, padre e figlio, (avvocati Michela Malerba e Mauro Ronco) entrambi latitanti in Brasile, a processo davanti al collegio del Tribunale di Ivrea. Giovedì scorso, 23 febbraio, in aula sono stati sentiti i primi teste dell'accusa, rappresentata dal procuratore di Torino. L'operazione internazionale «Pinocchio» culminata con i mandati di cattura degli imputati è stata coordinata dalla Guardia di Finanza e in udienza ne sono stati ripercorsi gli episodi al centro delle indagini tra il 2013 e il 2015. Fondamentale per i finanzieri è stato decriptare il linguaggio in codice usato dagli Assisi nel coordinare le operazioni di importazione dal Sud America alla Calabria di ingentissimi quantitativi di cocaina, centinaia di chili alla volta. Attraverso una chat, dove i componenti erano iscritti con stravaganti nick-name, gli Assisi impartivano gli ordini ai propri sodali movimentando parallelamente ai quintali di polvere bianca, milioni e milioni di euro. Stando alle risultanze investigative, la consegna di un carico poteva arrivare a fruttare circa 250mila euro ad ogni componente dell'organizzazione. I difensori degli imputati, i legali Malerba e Ronco, si sono di contro soffermati sulle procedure di intercettazione, buona parte delle prove nel processo contro i «re» delle droga, sollevando dubbi sulle procedure di acquisizione dei dati rispetto alle disposizioni attuali in materia e le recenti sentenze della Cassazione.