L'asilo comunale non chiude e sarà aperto anche ad agosto
L’asilo comunale “Gli sbirulini” di Cuorgnè non chiude, anzi si rilancia con iscrizioni anticipate e apertura anche ad agosto
L’asilo comunale “Gli sbirulini” di Cuorgnè non chiude, anzi si rilancia con iscrizioni anticipate e apertura anche ad agosto
L’asilo comunale “Gli sbirulini” di Cuorgnè non chiude, anzi si rilancia. Iscrizioni anticipate (con obiettivo quota 18 bambini) e apertura ad agosto sono le novità all’ordine del giorno per il nido di via Brigate Partigiane. "Abbiamo sempre lavorato per garantire il servizio di assistenza all’infanzia, attivo dai primi anni '80 - commenta Davide Pieruccini assessore all'Istruzione - Ci siamo incontrati con educatrici, personale e genitori alla festa di fine anno e in tale occasione sono nati molti spunti per migliorare e pubblicizzare il servizio”. Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere delegato all’Istruzione Antonella D’Amato: “Abbiamo accolto molto favorevolmente la richiesta da parte di un buon numero di famiglie di utilizzare il servizio offerto dal nostro nido Comunale per almeno due settimane nel mese di agosto, impegnandoci, congiuntamente all’ufficio scuola, a garantire anche in questo periodo il medesimo servizio, qualitativamente molto elevato, di cui beneficiano i piccoli tutto l’anno. Tale impegno comporterà la necessità di anticipare le iscrizioni al 31 marzo in modo da permettere all’Amministrazione di programmare al meglio l’attività e garantire alle famiglie un graduale inserimento dei loro figli (accettati dai sei mesi di età) al fine di costruire un’alleanza educativa, tra educatori e famiglia, per poter accogliere i bimbi ed organizzare le attività educative e i percorsi di crescita calibrati in base al loro sviluppo psicologico e fisico”. “Stiamo lavorando, nonostante le molte difficoltà, per mantenere il nido interamente “comunale” – chiosa il consigliere Vanni Crisapulli - L'obiettivo è di arrivare al più presto alla quota massima di 18 bambini: numero che permetterà di mantenere un rapporto di 6 per ogni educatrice e garantire un valido servizio sociale ed educativo”.