Santuario di Belmonte, l’assessore regionale Tronzano in visita

Un nuovo percorso verso il recupero e la valorizzazione del sito patrimonio dell’Unesco.

Santuario di Belmonte, l’assessore regionale Tronzano in visita

Sopralluogo dell’assessore regionale Andrea Tronzano al santuario di Belmonte in compagnia del consigliere Mauro Fava.

Santuario di Belmonte

Giovedì mattina, 5 dicembre 2019, l’assessore regionale al Bilancio e al Patrimonio Andrea Tronzano ha effettuato un sopralluogo al santuario di Belmonte insieme al consigliere Mauro Fava per verificare di persona lo stato dell’arte dell’immobile storico. Prima della visita, si è tenuta una riunione in Comune a Cuorgnè con i funzionari della Regione a cui hanno partecipato anche il presidente dell’Unione montana Val Gallenca, Piero Rolando Perino, e il vice-sindaco cuorgnatese Laura Febbraro.

Le parole dell’assessore Tronzano

«Siamo all’inizio di un percorso che deve portare al recupero e alla valorizzazione del complesso di Belmonte. Un processo che non può prescindere da un coinvolgimento diretto degli attori locali, in primis l’Unione montana – commenta l’assessore Andrea Tronzano – La Regione garantisce il suo impegno in tal senso. Prima di tutto intendo incontrare la proprietà per analizzarne le intenzioni. Partiamo da una base di 1 milione di euro accantonato dalla Giunta Chiamparino, al quale bisogna trovare un capitolo di spesa adatto per renderlo disponibile ad essere utilizzato in lavori di manutenzione e riqualificazione dell’area del santuario. Ed in tal senso voglio incontrare l’ente di gestione dei Sacri monti, perché l’allocazione delle risorse di cui dispone, stanziate dalla Regione, non mi pare soddisfacente: bisogna fare di più, anche alla luce dei danni ingenti provocati dall’ultimo incendio al patrimonio forestale».

Trattativa d’acquisto della Regione

«Una cosa è certa – sottolinea la Lega – La presunta trattativa di acquisto sbandierata dal Pd prima del voto dello scorso giugno era ben lungi dall’essere vicina ad una conclusione». «La verità è che il milione di euro stanziato dalla Regione targata Pd era solo un disperato tentativo di raggranellare qualche consenso a livello locale da parte di chi evidentemente era conscio della sua probabile sconfitta elettorale – spiega Mauro Fava – Alla prova dei fatti, la somma messa a bilancio non era nemmeno utilizzabile, perché non c’era alcun accordo a livello locale, nonostante fosse indispensabile per concretizzare la compravendita. Si è trattato di una mera operazione di facciata sulla quale i democratici hanno provato a montare un’operazione propagandistica che però non ha alcun fondamento».