Contro il Coronavirus

Operatori in isolamento per chiudere il Covid fuori dalla casa di riposo

Dalla Casa di Riposo spiegano: "Resteremo qui fino al 6 maggio, aumentando di qualche giorno l’isolamento previsto di ventuno giorni".

Operatori in isolamento per chiudere il Covid fuori dalla casa di riposo
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Operatori e proprietà in isolamento insieme agli ospiti della Casa di Riposo per chiudere fuori dalla Struttura il Covid-19. Succede ad Agliè.

Operatori in isolamento

Amore per il prossimo e amore per il proprio lavoro: il bel gesto degli operatori sanitari, della direttrice e dei titolari della casa di riposo “Sant’Anna” di Agliè di vivere un periodo di isolamento all’interno della struttura per salvaguardare il benessere degli ospiti è un faro di speranza nella battaglia per la sopravvivenza al coronavirus che stanno combattendo le case di riposo. A raccontare la nascita di questa idea è la direttrice della struttura Valentina Santin: «L’idea di passare un periodo di isolamento tutti insieme all’interno della casa di riposo è nata come chiacchiera tra gli operatori sanitari, che poi l’hanno proposta a me, incontrando subito il mio favore. Una volta decise le modalità per chiudere la struttura con gli operatori all’interno, abbiamo richiesto all’Asl di poter fare tutti i tamponi e proposto il nostro progetto: il 9 aprile tutti i dipendenti hanno fatto il tampone e il 14 aprile sono arrivati i risultati, tutti negativi. Anche gli ospiti, di conseguenza, erano tutti negativi: nessuno di loro, tranne una signora che ha avuto necessità di andare i pronto soccorso e al suo ritorno è stata messa in isolamento dagli altri ospiti, era uscito dalla struttura o aveva avuto contatti con l’esterno dato che la casa di riposo era chiusa ai familiari sin dall’inizio della pandemia».

Professionalità e generosità

Come è proseguita l’organizzazione di questo nuovo assetto? «Per gli operatori che hanno deciso di restare all’interno della struttura abbiamo sgomberato un reparto e destinato agli ospiti altri spazi. A parte questo cambiamento il lavoro è rimasto sostanzialmente lo stesso: tutti quanti rispettiamo i turni ed i giorni di riposo garantendo la quotidiana assistenza degli ospiti, a cui si aggiungono però momenti di convivialità tutti insieme, come all’ora dei pasti. Ad esempio, domenica era la Pasqua ortodossa e una nostra operatrice ci ha preparato un piatto della sua tradizione. E’ emozionante per tutti questa situazione: per me, per i titolari Venanzio e Francesca Pomi e per tutti gli operatori e gli ospiti. Ci stiamo conoscendo tutti meglio e si sta creando un rapporto più stretto, che va al di là del lavoro. Resteremo qui fino al 6 maggio, aumentando di qualche giorno l’isolamento previsto di ventuno giorni, e siamo ormai tutti sicuri che, alla fine di questa esperienza, sentiremo la mancanza di queste giornate».

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