Mascheroni e Maddio

Condanna confermata per l'ex sindaco ed il suo vice di Castellamonte

Otto mesi per falso ideologico in atto pubblico.

Condanna confermata per l'ex sindaco ed il suo vice di Castellamonte
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Verdetto da parte della Corte di Appello di Torino. Condanna confermata per l'ex sindaco ed il vice di Castellamonte.

Condanna confermata per l'ex sindaco ed il vice di Castellamonte

La scorsa settimana, i giudici della Corte di Appello di Torino hanno pronunciato il loro atteso verdetto sulla delicata e spinosa vicenda che ha visto alla sbarra l’ex primo cittadino di Castellamonte, Paolo Mascheroni, l’ex vice borgomastro ed ex consigliere di minoranza a palazzo Antonelli, Giovanni Maddio, e l’ex responsabile dell’ufficio tecnico del Comune della città della ceramica, l’architetto Aldo Maggiotti. Dal Tribunale torinese è arrivata una sorta di doccia «scozzese» per tutti e tre gli imputati.

Avevano presentato ricorso dopo la sentenza di primo grado

Questi ultimi, attraverso i loro legali, Pio Coda, Davoli e Claudio D’Alessandro, avevano presentato ricorso in appello contro la sentenza di primo grado, che li aveva condannati a 8 mesi per falso ideologico in atto pubblico. Una pena confermata pure in questo nuovo grado di giudizio. Oltretutto, bisogna ora aggiungere il pagamento delle spese processuali. A mettere nei guai con la giustizia Giovanni Maddio, Paolo Mascheroni e Aldo Maggiotti sono stati alcuni discussi lavori di asfaltatura delle strade di Castellamonte e frazioni, eseguiti tra il 2013 e il 2014. Pallottoliere alla mano, si tratta di un restyling di 88 mila euro. Un maquillage tuttavia, caratterizzato, secondo le certosine indagini della procura e dei militari dell’Arma della compagnia di Ivrea, da una gara di appalto «anomala», perché indetta a lavori già realizzati.

Ora si valuta la possibilità di affidarsi alla Cassazione

Le indagini sono state coordinate dal procuratore capo Giuseppe Ferrando e condotte con i carabinieri del nucleo ecologico. Davanti al tribunale di Ivrea, invece, tutti e tre i canavesani erano stati assolti dall’accusa di turbativa d’asta. Per i tre castellamontesi la richiesta di condanna, formulata in primo grado dal Pubblico Ministero, Roberta Bianco, era di un anno e otto mesi. «Valuteremo con attenzione la sentenza, che sarà depositata entro 70 giorni – commenta l’avvocato Pio Coda, che ha difeso in giudizio Paolo Mascheroni e Aldo Maggiotti – Vedremo se procedere in Cassazione». La speranza, poi disattesa dal pronunciamento della Corte, era quella di arrivare ad un verdetto di assoluzione ex articolo 530 comma secondo del codice di procedura. Sulla vicenda giudiziaria aveva preso posizione in passato anche il Comune di Castellamonte. Palazzo Antonelli, infatti, aveva deciso di costituirsi parte civile nel processo ottenendo già nel novembre del 2018 il riconoscimento di un risarcimento immediato di 10mila euro per danni d'immagine e morali oltre al rimborso delle spese legali.

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