Centinaia le attività che stanno patendo

Crisi del commercio: le parole del presidente di Arte e Commercio

La guida dell'associazione castellamontese lancia un appello al Governo sulla questione ristoranti e bar.

Crisi del commercio: le parole del presidente di Arte e Commercio
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L'analisi di Carlo Tesolin, rappresentante del gruppo castellamontese. Crisi del commercio: le parole del presidente di Arte e Commercio.

Crisi del commercio: le parole del presidente di Arte e Commercio

Sulla crisi del mondo del commercio è intervenuto Carlo Tesolin presidente di Arte e Commercio Castellamonte: «Come Presidente dell’Associozione Arte e Commercio ho l’obbligo di fare un appello al Governo sulla questione ristoranti e bar. L’ultimo Dpcm metterà certamente a dura prova e in ginocchio moltissime delle nostre attività. Si tratta di due settori già fortemente in crisi. L’indotto che gravita intorno a questi esercizi commerciali non si ferma certo alle categorie interessate. Si andrà a danneggiare il panettiere, il salumiere, il fruttivendolo e tutti i produttori che forniscono da sempre queste attività. Baristi e ristoratori hanno fatto un lavoro di messa in sicurezza dei locali enorme, con spese esose, per poter riaprire. Durante le chiusure imposte dai vari Dcpm inoltre non ci sono mai stati ristori adeguati in grado di sopperire alle loro esigenze. Inoltre non dimentico che queste attività danno lavoro a diversi dipendenti. Le spese e tasse per loro non sono mai state bloccate, mai soppresse o eliminate totalmente in un anno così terribile».

La delicata situazione degli assembramenti...

Tesolin sposta l’attenzione anche sugli assembramenti: "Si parla di assembramenti da evitare per abbassare i contagi. Invito tutti a riflettere su dove, in questi mesi e soprattutto nel periodo Natalizio, abbiamo visto una situazione “a rischio” e poco controllata: nei grandi centri commerciali e nella grande distribuzione alimentare. Non certo nei piccoli negozi. Gallerie commerciali inserite nei grandi centri di distribuzione piene di gente e pochi controlli, mentre per i ristoranti ed i bar fioccano multe senza ritegno. No, io non ci sto. Ora l’appello urgente dell’Associazione Commercianti è uno solo: se le categorie di ristoratori e bar non vengono adeguatamente risarcite, lasciate almeno che le loro attività possano aprire vigilando seriamente sulle norme di distanziamento, igiene e sicurezza. La Pandemia c’è, nessuno la discute, ma la chiusura totale di attività significa la morte delle città e dei piccoli Comuni che avranno sempre meno soldi".

Si cerca di tenere vive 136 attività commerciali in paese

"Nel nostro Comune qualcosa è stato fatto per dare una mano a chi è in difficoltà. Ma non possiamo appellarci alle risorse economiche di un piccolo paese come Castellamonte per mantenere vive 136 attività commerciali di cui 36 di ristorazione. Sono stufo di sentir dire che le attività commerciali possono stare chiuse anche qualche mese perchè hanno sempre evaso e lavorato in nero senza fare scontrini. Non è assolutamente così. Questo ritornello è ora di spegnerlo con tutte le forze. Si pagano tasse fino al 70% e in un anno come questo, difficilmente tutti sono riusciti a pagarle. Si guardi in faccia la realtà, si cominci a voltare pagina su questo argomento".

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