Il caso nazionale

Castellamonte dice no in Consiglio al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Si amplia la presa di posizione dei sindaci

Castellamonte dice no in Consiglio al deposito nazionale di rifiuti radioattivi
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Castellamonte dice no in Consiglio al deposito nazionale di rifiuti radioattivi in Canavese.

Castellamonte dice no

In Consiglio comunale Castellamonte dice no al deposito nazionale di rifiuti radioattivi. Nella riunione del 22 gennaio scorso, il parlamentino del paese della città della ceramica si è ufficialmente schierato con un voto bipartisan al fianco di Caluso, Rondissone e Mazzè nel ribadire l’inidoneità del Canavese e delle Terre dell’Erbaluce ad essere inserite nella lista delle 67 aree potenzialmente destinate ad ospitare scorie radioattive.

La battaglia dei sindaci

Una presa di posizione chiesta al primo cittadino castellamontese, Pasquale Mazza, dalla sindaca di Caluso, Maria Rosa Cena, e caldeggiata anche dai consiglieri comunali di minoranza, Rocco Santoro, Valentina Coppo e Fabio Garaffa. «Altri territori italiani si sono resi disponibili ad ospitare i depositi radioattivi, ma non sono stati presi in considerazione. Il Governo ha adottato un approccio centralista non coinvolgendo minimamente le Regioni e i Comuni interessati. Per questo anche il Consiglio comunale di Castellamonte deve chiedere all’Esecutivo nazionale l’impegno di invitare la società pubblica, Sogin, a modificare la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi) alla localizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi, rimuovendo da essa il Canavese e nel dettaglio i Comuni di Caluso, Rondissone e Mazzè – sottolineano Santoro, Garaffa e Coppo – Nonostante alcuni problemi ambientali annosi, le nostre zone e nel dettaglio le Terre dell'Erbaluce sono dei territori che in Italia risultano cresciuti di più negli ultimi anni dal punto di vista enogastronomico e dello “slow tourism”. Il deposito di materiali radioattivi, in un territorio agricolo e turistico di eccellenza simile, non porterebbe altro che ulteriori danni e disagi, impedendogli di crescere ancora e diventare punto e meta di riferimento internazionale. Si metterebbe a serio rischio l’economia territoriale e la salute dei nostri concittadini». La stessa sezione locale della lega Salvini Premier ha espresso tutta la sua soddisfazione per la presentazione da parte del Gruppo Consiliare di minoranza «Per Castellamonte» di una proposta di deliberazione sul tema «stoccaggio di rifiuti nucleari in Canavese».

I commenti degli amministratori locali

«Ci pare assurdo - commenta il vicesegretario Daniele Goglio  - che il Governo possa inserire nelle zone idonee ad accogliere scorie nucleari una terra espressione di un vino d'eccellenza che ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di origine controllata e garantita  con Decreto dell'8 ottobre 2010. Ci auguriamo che la voce dei Consiglieri di minoranza di Castellamonte unita a tutti quelle dei comuni coinvolti venga presa in considerazione al più presto possibile, per evitare spiacevoli sorprese nel prossimo futuro». Unica voce «fuori dal coro» di «no» quella dell’assessore, Claudio Bethaz, che si è astenuto. «Il nucleare è un problema complesso – ha motivato la sua decisione Bethaz – Lo Stato Italiano ha l’obbligo di dotarsi di un deposito nazionale, cioè una infrastruttura ambientale di superficie dove saranno messi in sicurezza i rifiuti radioattivi a bassa e media attività prodotti in Italia. Per individuare questo sito, che darà lavoro a migliaia di persone, sono stati elaborati 29 criteri di esclusione per vagliare tutte le aree possibili. Al termine dell’indagine è stata pubblicata la Cnapi, la carta dei luoghi in cui potrà essere costruito lo stoccaggio nazionale dei rifiuti. Le Amministrazioni comunali di queste aree hanno 2 mesi per fare le loro osservazioni. Sono d’accordo che, probabilmente, si sono sbagliati i tempi tecnici, non solo per via dell’emergenza Covid, nel rendere pubblica questa carta. Sarebbe bene allungare l’arco temporale concesso alle Amministrazioni per i rilievi tecnici, come chiesto già in Parlamento. Quello che contesto al fronte del “no” è l’impostazione secondo la quale questo impianto danneggerà la salute e l’immagine turistica del territorio. Il deposito sarà il luogo più sicuro al mondo, mi preoccupano di più le attuali 20 strutture provvisorie sparse per l’Italia. Sogin per realizzare il deposito prenderà a modello quello francese che si trova a ridosso della regione dello Champagne, che non mi pare abbia risentito di contraccolpi turistici o ambientali. Il nucleare non deve spaventare a priori. Mi sono astenuto perché senza analisi tecniche precise non so dire se l’area “canavesana” sia idonea o meno ad essere inclusa nella Cnapi».

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