Covid e musica: quale futuro per la coralità in Canavese?
Il perdurare di questa situazione mette a forte rischio la ripartenza di diverse realtà corali perché incide sul morale e sulla tenuta sociale dei gruppi.
Quale futuro per la coralità in Canavese?
Quale futuro per la coralità canavesana? E’ la domanda a cui si cercherà risposta il 18 marzo in un momento di confronto virtuale tra i cori iscritti all’Acp. I cori canavesani sono in lockdown da quasi un anno. Una situazione che pesa per tutti i gruppi, anche se le realtà più a rischio sono quelle con età media dei componenti più avanzata. Con il canto non funziona la «DAD» (la didattica a distanza)! Alcuni cori attuano momenti di studio teorico, ma non si possono fare prove.
33 in Canavese
Sono 33 i cori iscritti tra Canavese e zone limitrofe, di competenza del consigliere regionale dell’Acp-Associazione Cori Piemontesi Franco Gori, ma sul territorio esistono anche molte realtà canore «indipendenti» che, nel solo Canavese, sono circa una quarantina. Il perdurare di questa situazione mette a forte rischio la ripartenza di diverse realtà corali perché incide sul morale e sulla tenuta sociale dei gruppi.
Incontri online
Nonostante la situazione, Acp-Associazione Cori Piemontesi, a livello regionale, e Feniarco (federazione nazionale che riunisce le associazioni regionali cori) a livello nazionale, hanno organizzato e continuano a proporre incontri on line su temi inerenti la coralità. Attività e lezioni teoriche hanno il pregio di tenere uniti i cori, ma manca l'attività in presenza: la vera ossatura della coralità. La coralità regionale può contare sia su Ettore Galvani, presidente di ACP e di Feniarco, sia su Carlo Pavese, presidente di Eca – European Choral Association: tutti e due piemontesi e, quindi, con un occhio di riguardo per la situazione locale! Acp è ed è sempre stata vicina ai cori. Sono in programma incontri virtuali provinciali. Quello per la provincia di Torino è previsto per il 18 marzo e sarà un momento di confronto tra i cori iscritti nella provincia di Torino. Passata la pandemia, la voglia di incontro, di canto e di «rinascita», si spera possa spingere qualche aspirante cantore ad incontrare i cori a lui vicini, in modo da rimpinguare le fila della coralità piemontese.