Stop a visite ed esami non urgenti, la sanità piemontese ferma tutto
Vale anche per i ricoveri. Questo quanto emerge dall’incontro con i direttori generali e il Dipartimento di malattie infettivie.
La sanità piemontese, colpita da un aumento esponenziale dei contagi, torna a chiudere gli ospedali perché visite ed esami non urgenti.
Stop a visite ed esami non urgenti
Dopo un incontro via web con i direttori generali, il Dirmei, il Dipartimento di malattie infettivie, ha inviato una circolare in cui si comunica che è necessario procedere alla rimodulazione e conversione dei blocchi operatori e reparti di degenza chirurgici e ripensare le attività ambulatoriali.
Le prestazioni
Restano solo le attività contrassegnate con la U di Urgente (da eseguire entro 72 ore) e B di breve (entro 10 giorni al massimo).
Le attività procrastinabili, invece, quelle contrassegnate dalla lettera D (differibile da eseguire entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici) e P (programmata da eseguire entro 90/120 giorni) devono invece essere sospese. E così i ricoveri: Sì a quelli in regime di urgenza, gli oncologici e quelli con priorità alta, mentre lista d’attesa per gli altri.
La raccomandazione
Nel documento diffuso dal Dirmei in un documento che porta la firma di Sergio Livigni, oltre all’attenzione per i percorsi della nascite e per i pazienti nefropatici (con problemi ai reni), l’invito ai direttori a mantenere il più possibile a casa i pazienti con le cure a domicilio.