Torna la tassa di soggiorno dal 1* aprile (e non è uno scherzo)
Si tratta di un balzello che le Amministrazioni comunali applicano e gli hotel poi "scaricano" sui clienti.
Dal 1 aprile verrà reintrodotta a Torino la tassa di soggiorno: gli albergatori sperano che sia uno scherzo (il più classico dei pesci) mentre invece sembra proprio la realtà dei fatti. E gli operatori del settore sono furibondi: ma come, in un anno così funesto in cui tutti rischiano di chiudere e le attività ricettive denunciano perdite anche pari all’80% il Comune cosa fa? Invece di aiutare, esentando per attirare i turisti, mantiene la tassa di soggiorno come se niente fosse mai accaduto!
Meno di cinque euro a notte
Di cosa si tratta precisamente: la tassa di soggiorno è un’imposta che gli alberghi devono versare ai Comuni in cui sorge la loro attività. Si tratta di pochi euro (sempre meno di 5 per legge in tutta Italia) a notte per ciascun cliente ospitato. Ovviamente poi gli hotel “caricano” sul conto del cliente la maggiorazione, che quindi si ritrova il conto ben salato. Chi chiede spiegazioni di solito si sente rispondere che “sono soldi che vanno al Comune, non a noi dell’albergo“. Ed è la verità.
Logico che, per promuovere l’afflusso turistico, sarebbe ottimo lo slogan “Venite in Piemonte, niente tasse di soggiorno” o qualcosa di simile… Invece il Comune fa spallucce e mantiene l’obbligo in capo agli albergatori. Che, ovviamente, contestano questa decisione da parte della Giunta Appendino. Saranno esentati fino a giugno invece i Comuni di Caselle, Borgaro, Settimo e Volpiano.
La civile critica degli albergatori
Molto critici gli albergatori, si diceva, che sulla loro pagina Facebook (Federalberghi) prendono civile e decisa posizione:
“Dopo tutti questi mesi di blocco arriviamo a questo punto scoraggiati economicamente e a livello morale. Noi abbiamo chiesto la possibilità di avere l’esenzione per i prossimi tre mesi visto che questa crisi perdurerà. (…) Chiediamo all’Amministrazione comunale di prevedere, come forma di aiuto, la cancellazione degli altri tributi locali perché le nostre imprese dopo 14 mesi di pandemia sono allo stremo (…). Di fronte al crollo del fatturato che supera l’80%, a tre milioni di presenze turistiche perse e con la Pasqua e i ponti primaverili nuovamente cancellati è necessario che il Governo e gli enti locali assicurino quel sostegno senza il quale sarà difficile restare in piedi. (…) Viviamo in un contrasto normativo che ci permette di fare un viaggio all’estero, ma non permette a un lombardo di venire in Piemonte per turismo”.