Ricoverato per Covid e derubato nella clinica
Cinquanta giorni di ricovero, 24 i chili persi. Un calvario quello che Ciro Sorrentino, ex assessore nolese ed ora titolare del chiosco-bar sulla piazza ex Erber, ha passato e per fortuna superato, ma...
Ricoverato per Covid e derubato nella clinica
Ricoverato per Covid e derubato nella clinica
Cinquanta giorni di ricovero, 24 i chili persi. Un calvario quello che Ciro Sorrentino, ex assessore nolese ed ora titolare del chiosco-bar sulla piazza ex Erber, ha passato e per fortuna superato. Il Covid ha colpito anche lui presentandosi con febbre e brividi tanto da richiedere l’intervento dell’ambulanza che una sera è arrivata d’urgenza a casa sua portandolo all’ospedale di Ciriè dove è rimasto per un paio di giorni per essere poi trasferito in una clinica nella zona di Ivrea dove ha ricevuto cure più specifiche per il suo stadio grave di malattia. Ora, Ciro, quei terribili momenti può raccontarli. O almeno quelli che si ricorda perché la febbre alta ne ha cancellato una parte. Una battaglia vinta contro la morte, ma ricominciata adesso per vie legali con tanto di denunce alle forze dell’ordine e avvocato al quale ha affidato la delicata questione. «Partiamo dalla cosa più importante, sono vivo – racconta Sorrentino – Ho passato i 50 giorni più brutti della mia vita. Ricordo solo che mi hanno portato via dall’ospedale di Ciriè e ricoverato in una clinica nella zona di Ivrea dove mi hanno assegnato un posto letto e messo il casco per facilitarmi la respirazione. Ricordo di essere stato accolto dal medico responsabile della struttura sanitaria. Ma è qui che iniziano i guai. Avevo una collana d’oro al collo. L’avevo comprata circa sette anni fa, volevo farmi un regalo. La pagai circa 3.000 euro. Il medico mi ha tolto la collana e l’ha posta nel cassetto del comodino vicino al mio letto dicendomi che il giorno successivo sarebbe stata messa insieme a tutta l’altra mia roba. Ma al mattino, nel cassetto, la collana non c’era più. Mi sono arrabbiato per quanto le mie forze lo permettevano, ho addirittura tolto il casco e mi sono alzato in piedi chiedendo dove era finita la mia collana. Nessuno ha saputo darmi una risposta. La collana è sparita. Una situazione vergognosa, simile a molte altre raccontate spesso anche in tv. Non potevo credere che oltre al Covid mi sarebbe capitato di perdere un gioiello al quale tenevo tantissimo. E di elevato valore, per di più». Ciro Sorrentino non è disposto a mollare. Rivuole la sua collana. «Per fortuna il medico responsabile della struttura, dove sono stato accudito e curato con molta professionalità, ha preso carta intestata con il nome della clinica e penna e ha chiaramente scritto che la mia collana, la sera prima, nel cassetto ce l’aveva messa lui, di suo pugno – racconta Sorrentino – Quel foglio lo ha firmato e ha chiamato all’appello tutto il personale dicendo che la collana non poteva essere sparita così, nel nulla». Scatta immediatamente la denuncia di quanto successo ai carabinieri, allegando anche una perizia di stima che attesta il valore della collana salito. Si sfiorano quasi gli 8.000 euro. «Con la denuncia alle forze dell’ordine, la perizia che stabilisce il valore della collana e quella dichiarazione scritta dal medico responsabile della struttura ho deciso di rivolgersi ad un legale che segue tutta la faccenda – conclude il nolese – Ormai la collana chissà dove è finita, ma la struttura sanitaria mi deve risarcire. E invece si oppongono andando addirittura contro il responsabile della clinica che ha firmato quel foglio e fatta la dichiarazione. Andrò in tutte le sedi possibili ed immaginabili per far valere i miei diritti. Pretendo un risarcimento, mi è dovuto».