#IoApro, l'onorevole Jessica Costanzo: "Un grido che deve essere ascoltato"
Oggi la protesta riprende vigore, a gennaio erano stati molti i ristoratori ad aderire.
La protesta IoApro dei ristoratori è ripartita oggi, mercoledì 7 aprile 2021. Jessica Costanzo, deputata torinese del Gruppo Misto: "Un grido che deve essere ascoltato"
#IoApro
Da una parte le norme volte al contenimento di una pandemia mondiale, dall’altra la difficoltà di molti imprenditori che si trovano a tenere chiuse le proprie attività. I ristoratori, in particolare, sono fra le categorie che maggiormente hanno fatto sentire la propria voce e il proprio disagio nell’ultimo anno. Alcuni di loro, non tutti, hanno deciso di unirsi nel gruppo “IoApro” in aperto dissenso contro le restrizioni governative, intenzionati a rialzare la serranda da oggi, 7 aprile 2021.
15 gennaio 2021
La protesta ha preso forma a Pesaro, a gennaio 2021, ed è rimbalzata in fretta in ogni parte d’Italia: ad amplificarla anche Twitter con hashtag#Ioapro1501. Il 15 gennaio 2021 moltissimi ristoratori e baristi hanno tenuto aperti i loro locali violando intenzionalmente le restrizioni Covid e mettendo in conto anche una multa: una ribellione consapevole quindi, che parte dal presupposto in base al quale le restrizioni del Dpcm sono “illegittime”. Una ribellione nazionale che avevano definito “gentile”.
"Un grido che deve essere ascoltato"
Così Jessica Costanzo, deputata torinese del Gruppo Misto:
Le manifestazioni di #ioapro devono essere ascoltate. Mai giustificare le violenze, gli scontri e gli atti intimidatori. Ma io credo che i primi a prendere le distanze dai fatti di Piazza Montecitorio siano proprio il 99,9% degli ambulanti, dei commercianti e dei ristoratori.
Il loro grido di dolore, di disperazione, per troppo tempo inascoltato dai palazzi, non può essere relegato alla voce ‘tafferugli e violenze’ di qualche centinaio di facinorosi. Così forse qualcuno potrà lavarsi la coscienza, ma la realtà è ben diversa.
Il loro grido va ascoltato a prescindere dall’esito della manifestazione di oggi, perché è un grido di intere categorie, di migliaia di persone che hanno figli a carico e bollette da pagare. Intere categorie che non sanno più come andare avanti, che sono costrette a fermarsi quando magari lavorerebbero all’aperto, che dovrebbero sopravvivere con dei ristori che nella migliore delle ipotesi coprono il 5% delle perdite subite nell’ultimo anno e mezzo. La loro dignità non può più essere ignorata.
L’intervento alla Camera
L’onorevole torinese Jessica Costanzo ha riportato all’interno della Camera dei deputati il grido di centinaia di ambulanti che martedì 30 marzo, in piazza Vittorio a Torino, hanno protestato per il divieto di esercitare l’attività ai banchi non alimentari nei mercati rionali.
Gli ambulanti non negano il virus – ha sottolineato la deputata Costanzo – Ma come tante altre persone, tante categorie, chiedono di poter tornare a lavorare per pagare mutui, affitti, bollette. Vogliono che venga riconosciuto dal Comitato Tecnico Scientifico che chi lavora all’aperto e rispetta le misure di sicurezza possa lavorare, indipendentemente dalla categoria merceologica. La misura, dopo un anno di restrizioni e chiusure, è colma. Gli ambulanti sono arrabbiati, anzi furiosi.