operazione PLATINUM-DIA”

Volpiano coinvolta in una maxi operazione contro il traffico internazionale di droga

La Direzione Investigativa Antimafia sta operando, su disposizione del Tribunale di Torino, numerosi sequestri preventivi di beni costituiti da compendi aziendali, società cooperative ed edilizie, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali, corrispondenti ad un valore per equivalente di molti milioni di Euro

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Duro colpo alla 'ndrangheta e al traffico internazionale di stupefacenti: 33 persone arrestate, 98 perquisizioni in tutta Italia, Germania, Romania e Spagna, sequestrati diversi milioni di euro.

 

Duro colpo alla 'ndrangheta e al traffico internazionale di stupefacenti

Alle prime ore di oggi 5 maggio 2021, è stata eseguita un’imponente operazione antimafia internazionale che vede impegnate Autorità Giudiziarie e Forze di Polizia di Italia, Germania, Spagna e Romania, in un’azione comune contro la ‘ndrangheta e le sue proiezioni in Europa. Nell’ambito dell’Action day, scattato alle ore 05.00 odierne in Italia, Germania, Romania e Spagna, sono state eseguite 33 misure cautelari in carcere emesse dai Tribunali di Torino e Costanza (Germania) nei confronti di altrettanti soggetti, accusati, a vario titolo, di gravi delitti fra i quali associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, estorsione ed altri reati, aggravati dalle modalità mafiose. Sono stati perquisiti, oltre alle persone arrestate, ulteriori 65 indagati, nonché sottoposti a sequestro preventivo beni costituiti da compendi aziendali, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali, per un valore di diversi milioni di euro.

Maxi operazione

Ad operare è stato un dispositivo composto da 200 tra donne e uomini della Direzione Investigativa Antimafia e un centinaio di unità della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, con il supporto di unità cinofile, elicotteri e militari del Reggimento Genio Guastatori di Caserta, 500 agenti tedeschi della Polizia Criminale, della Polizia Economico Finanziaria e della SEK, nonchè uomini delle polizie spagnola e rumena.
L' "Operazione PLATINUM - DIA" va ad inserirsi nell’attività di contrasto alla criminalità organizzata di matrice 'ndranghetista posta in essere dalla Procura distrettuale di Torino e dalle diverse articolazioni investigative che operano sul territorio nazionale, e trae origine dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, discendente di due delle famiglie più influenti della 'ndrangheta aspromontana - Agresta/Marando - egemoni anche in Piemonte e Lombardia, rilasciate alla Procura distrettuale di Torino a partire dall’autunno del 2016.
A seguito dell’ampia operatività di uno dei sodalizi individuati nel traffico di stupefacenti, durante le indagini sono state registrate convergenze investigative con le DDA di Genova, Cagliari e Reggio Calabria. Tali convergenze sono state affrontate con l’efficace coordinamento della DNA; mentre per i profili del coordinamento internazionale è intervenuto il fondamentale supporto di Eurojust.
La manovra investigativa è essenzialmente articolata su due filoni.

"Op. PLATINUM DIA - 416 bis"

Il primo, da cui si origina l'inchiesta, denominata "Op. PLATINUM DIA - 416 bis", avviata nell'ottobre 2016 e volta ad accertare l'affiliazione di alcuni soggetti alla 'ndrangheta, segnatamente in seno alla locale di Volpiano, con particolare riferimento alla gestione dell’ingente patrimonio illecito accumulato dalla famiglia Agresta, facente capo ad Antonio Agresta (cl.’60), ritenuto uno dei massimi esponenti della ‘ndrangheta in Piemonte. Le indagini, corroborate anche dalle propalazioni del collaboratore di giustizia, hanno permesso da un lato di verificare l’appartenenza alla predetta locale di Volpiano degli imprenditori Gianfranco Violi, dei fratelli Mario e Giuseppe Vazzana e di Domenico Aspromonte, e dall’altro di certificarne il ruolo ricoperto nella gestione - attraverso un importante ed articolato dedalo di società ed attività imprenditoriali - del patrimonio di origine illecita della famiglia Agresta.
L'attività investigativa ha permesso, altresì, di acclarare il ruolo di prestanome svolto da Andrea Aurora al servizio di Gianfranco Violi, nei cui confronti sono state sequestrate, benché intestate a persone di comodo, 5 società attive nel campo dell’edilizia “G.P. Immobiliare”, nel settore della ristorazione senza somministrazione nello specifico la torrefazione “Caffè Millechicchi” e il bar “VIP’S” di Torino e nella rivendita tabacchi con sede a Volpiano e nel settore dell’edilizia la società “General Costruzione”.

"Op. PLATINUM DIA - Stupefacenti"

Il secondo filone, convenzionalmente denominato "Op. PLATINUM DIA - Stupefacenti", avviato nel novembre 2017, ha permesso di individuare un ulteriore sodalizio di matrice ‘ndranghetista riconducibile alla famiglia Giorgi, intesi Boviciani, di San Luca (RC), dedito in maniera stabile al narcotraffico internazionale e i cui sodali trovano allocazione, oltre che in Calabria ed in Piemonte, anche in Lombardia, Sardegna e Sicilia, nonché all’estero, segnatamente nel Land del Baden - Württemberg, notoria località turistica della Germania.

Il quadro emerso

Le attività di intercettazione si sono rivelate essenziali per decapitare il vertice di un potente sodalizio sanluchese, armato ed aggravato dal vincolo mafioso,  ricostruire le dinamiche criminose ed acquisire importantissimi riscontri in ordine ad un ingente traffico di sostanze stupefacenti tra l’Olanda, la Germania, la Spagna e l’Italia, gestito dalla famiglia Giorgi, i cui profitti risulterebbero investiti in attività commerciali, soprattutto in territorio tedesco. Inoltre è emersa la gestione, da parte dei membri della famiglia Giorgi, della cassa comune in cui affluivano depositi di denaro contante in Piemonte e Calabria, della logistica per il trasporto del narcotico e del denaro provento del traffico, nonché della rete di comunicazione criptata all’interno della quale i sodali comunicavano facendo spesso ricorso ad anonimi nickname, utilizzando telefoni BQ con protocollo ENCROCHAT ed altri apparati con sistema di criptazione SKY ECC.

La rete della cocaina

L’attività investigativa ha permesso, quindi, di monitorare e ricostruire diverse trattative condotte dai Giorgi, per l’importazione di ingenti quantitativi di cocaina, con Giuseppe Romeo detto “Maluferru” o “il nano”, già latitante poiché colpito da misura cautelare in seno all’operazione “Pollino” ed arrestato l’11 marzo scorso a Barcellona (ES), con membri della famiglia “Assisi” (Assisi Nicola ed il figlio Patrick erano all’epoca latitanti, poi tratti in arresto in Brasile l’8 luglio 2019) per l’approvvigionamento di cocaina dal Brasile, nonché con narcotrafficanti albanesi, rumeni e colombiani stanziali in Olanda e Belgio.
É stata inoltre ricostruita la rete di distribuzione della cocaina dei Giorgi in Piemonte, Sicilia, Lombardia e Sardegna; in quest’ultima regione in particolare è stato individuato un ulteriore sodalizio dedito al narcotraffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, attivo nel cagliaritano; il gruppo, facente capo a Stefano Sanna, era composto anche dalla madre Marinella Matta, dalla compagna Valentina Murgia, da Roberto Schirru e Giorgia Fadda.
É tra i destinatari della misura cautelare anche Iolanda Giorgi, moglie di Domenico Giorgi (cl. ‘82), alla quale, con la costante assistenza e consulenza dell’affarista sardo Vincenzo Smimmo, anch’egli arrestato, era stato intestato fittiziamente un Bar-Caffetteria ad Alghero, di fatto riconducibile al cognato Giovanni Giorgi (cl. ‘72).

Arresti e perquisizioni

Le indagini in Sardegna sono state eseguite di concerto con i Carabinieri del Comando Provinciale di Sassari, co-delegati dall’A.G. torinese.
Verrà eseguita una misura cautelare nei confronti di un appartenente alla Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa di Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, figura di fiducia dei Giorgi, nonché acquirente di sostanza stupefacente dagli stessi. La stessa misura è stata eseguita con la collaborazione del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria.
Le perquisizioni, ancora in atto, hanno permesso di rinvenire e sequestrare nr. 4 pistole, due etti di cocaina, oltre 50 mila euro di denaro in contante e diversi beni preziosi.

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